Negli ultimi giorni Unity ha fatto molto parlare di sé, non per la potenza del motore grafico, ma per una discussa scelta di mercato. Nel giro di pochi giorni l’azienda Unity Technologies si è trovata al centro di una bufera da cui non hanno potuto difendersi.
Di recente Unity ha annunciato l’introduzione delle Runtime Fee, ovvero delle tasse a carico degli sviluppatori per ogni download delle loro opere. In pratica, ogni installazione di un gioco sviluppato con Unity avrebbe costretto le software house a pagare una sorta di dazio. Ma la community è fortunatamente insorta, costringendo l’azienda ad un dietro front su tutta, o quasi, la linea.
Che si tratti di piccole aziende o di grandi realtà, la tassa sull’installazione avrebbe generato grosse perdite per tutti gli sviluppatori interessati. Molti hanno deciso di ritirare le proprie opere dagli store digitali, altri hanno preferito cambiare direttamente motore grafico e passare alla concorrenza. In un modo o nell’altro però il malcontento della community è arrivato chiaro e forte a Unity Technologies che con un post su X (ex Twitter) ha voluto fare marcia indietro. Nonostante un primo tentativo di mitigare le polemiche, modificando quasi subito la nuova policy, l’azienda ha dovuto gettare la spugna.
Nel comunicato ufficiale Unity Technologies chiede apertamente scusa per la confusione e la rabbia generata dalle nuove tassazioni. L’azienda afferma di star parlando direttamente con la propria community, ma anche con partner commerciali e con lo staff interno. Promette infine che nei prossimi giorni avremo degli aggiornamenti sulla nuova politica interna, stavolta più attenta alle richieste di chi lavora con Unity.
Non si parla ancora di una effettiva rimozione di questa nuova tassa, ma il tono del messaggio fa ben sperare in una soluzione più efficace per tutte le parti coinvolte. Non resta che aspettare e capire quale sarà il futuro del noto motore grafico. E voi, cosa ne pensate di questa nuove tasse? Fatecelo sapere su Nasce, Cresce, Respawna.
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