di Redazione NCI
Una sentenza della Cassazione suprema italiana, in questi ultimi giorni ha ribadito un’accortezza che forse non tutti conoscono. Esiste un passo infatti in cui è scritto che anche obbligare la moglie (o la partner) a farsi baciare, configura un reato di violenza sessuale. Negli ultimi anni sempre più notizie di violenze domestiche affiorano ed è per questo che è molto importante conoscere a fondo qualsiasi legge e precisazione.
Questo piccolo dettaglio è emerso dopo che un Pubblico Ministero di Benevento, ha scritto negli atti di un processo che a volte l’uomo deve “vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale“. I giudici hanno confermato la condanna dell’uomo, dato che si è trattato molto più di un semplice bacio.
La spiegazione della Cassazione
I politici hanno spiegato che la vittima sarebbe stata bloccata e, nonostante la resistenza opposta, impossibilitata alla fuga. Di conseguenza, la Cassazione ricorda le seguenti parole in risposta all’uomo e ai suoi legali: “Non occorre che la violenza sia di forma o veemenza particolare o, men che meno, brutale e aggressiva, potendo manifestarsi anche come sopraffazione funzionale e limitata alla pretesa dell’assalto”. Nonostante fosse un tentativo di riconciliamento tra i due, ciò che conta è l’atto di compiere un atto invasivo e lesivo della libertà della partner.
I giudici hanno inoltre sottolineato il contesto di violenza in cui è maturato questo bacio da parte dell’imputato, a cui è stata confermata la condanna. La corte ha deciso due anni di carcere per sequestro di persona, lesioni aggravate e maltrattamenti oltre che per l’episodio del bacio. Inutile è stata l’opposizione dell’uomo che non è riuscito a farsi ridurre la pena.
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Di Enea Bacciocchi
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