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Il 9 ottobre 2025 potrebbe essere una giornata cruciale per l’evolversi delle vicende belliche nella Striscia di Gaza. Israele e Hamas hanno firmato un accordo di tregua per sospendere i combattimenti a Gaza, permettere il rilascio degli ostaggi e l’arrivo degli aiuti umanitari.
L’accordo riguarda la “prima fase” di un piano che prevede la sospensione dei combattimenti e il rilascio di almeno i 20 ostaggi ancora vivi nel corso del weekend. In caso di approvazione da parte di tutte le parti coinvolte, Israele procederà a ritirare l’esercito.
Secondo l’Unione Europea questo accordo potrebbe essere l’occasione per una pace duratura.
Non tutti gli attori coinvolti sembrano propensi a portare avanti il progetto di pace promosso dal presidente statunitense Trump. Il ministro delle Finanze Israeliano, Bezalel Smotrich, esponente dell’estrema destra, ha dichiarato che si opporrà all’accordo sul cessate il fuoco. Ha dichiarato sul social X:
“C’è un’immensa paura delle conseguenze dello svuotamento delle prigioni e del rilascio della prossima generazione di leader terroristi che faranno di tutto per continuare a versare fiumi di sangue ebraico”.
L’ufficio di Netanyahu ha chiarito che il cessate il fuoco a Gaza non entrerà in vigore finché l’accordo non sarà ratificato, oggi, dal governo israeliano.
In prima linea si trova il presidente Trump, ottimista riguardo alla possibilità di una pace nella Striscia di Gaza. Fondamentali sono state le mediazioni di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno avuto un peso decisivo nel favorire le condizioni per il cessate il fuoco.
Innanzitutto si attiverà entro le 24 ore dopo il via libera formale del governo israeliano il cessate il fuoco totale e immediato.
Seguirà, come già anticipato, il rilascio di almeno 20 ostaggi israeliani vivi e, quando possibile, la restituzione dei resti degli altri, entro 72 ore dall’inizio della tregua. Da parte di Israele verranno invece liberati circa 1.950 prigionieri palestinesi.
Per quanto riguarda il ritiro graduale delle truppe israeliane: la Casa Bianca ha diffuso una mappa che delinea le fasi principali del ritiro israeliano. All’interno una Linea Blu, che rappresenta l’attuale linea di controllo dell’esercito israeliano. Segue una Linea Gialla, che rappresenta la prima fase del ritiro. Infine ci sarà una seconda fase, graficamente segnata da una Linea Rossa, ma sarà attuata solo una volta che le nuove forze di sicurezza palestinesi saranno preparate secondo gli standard del piano.
Fondamentale sarà l’apertura di un corridoio umanitario, che permetterà l’ingresso giornaliero di almeno 400 camion di aiuti nella fase iniziale.
L’introduzione di una forza internazionale di stabilizzazione, sotto egida americana e con la partecipazione di partner arabi e internazionali, è prevista per garantire la futura transizione e la sicurezza.
Fonti: Ansa, Ansa, Ansa, Ansa, Ansa, Ansa, Ansa, SkyTg24.
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