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Torna a respirare dopo essere stato dichiarato deceduto: potrebbe cambiare il test per la morte cerebrale

Potrebbe essere definito un vero e proprio miracolo quello che è accaduto ad un bimbo inglese di 4 mesi. Dopo essere stato dichiarato tecnicamente morto da due settimane ha ripreso a respirare da solo. Ora medici ed esperti di etica stanno valutando di riscrivere i criteri legali per la morte cerebrale. Potrebbe trattarsi di un primo passo importante per evitare che altre situazioni analoghe possano verificarsi con esiti ben peggiori.

 

Medico (@Shutterstock)

La vicenda

Come riportato da Sky UK, da due settimane il bimbo era stato dichiarato morto. A causa di una particolare controversia legale, però, era rimasto attaccato alle macchine che garantivano il suo supporto vitale. Questo fino a quando un’infermiera non ha potuto constatare, con enorme sorpresa, che il piccolo stava respirando in autonomia. Questo è avvenuto a luglio e ora è una commissione medico-scientifica ad occuparsi del caso. L’obbiettivo è quello di revisionare il test che sancisce la morte cerebrale di un paziente. Quest’ultimo è fondamentale perché da questo test dipende la decisione riguardo al mantenere o no un supporto vitale meccanico ad un paziente.

Il medico che aveva in cura il bimbo ha sostenuto, durante una deposizione, come nessuno si aspettasse che il bambino potesse tornare a respirare. L’inaffidabilità del test ha però fatto molto scalpore, scaturendo un forte dibattito in merito. Il test del tronco cerebrale viene eseguito quando ci sono prove di gravi danni cerebrali che sarebbero impossibili da curare. Questo test è formato da tante piccole prove atte a determinare le condizioni di funzionalità automatica del cervello. Dalla reazione degli occhi ad una fonte di luce, all’inserimento di acqua ghiacciata nell’orecchio.

I casi precedenti

Il caso del piccolo di 4 mesi, però, non è l’unico a cui si è potuto assistere. Nel marzo 2021 un diciottenne di nome Lewis Roberts era stato dichiarato morto dopo un grave incidente stradale. Poche ore prima che i suoi organi fossero estratti per essere donati, però, il giovane ha ripreso a respirare in autonomia. Fortunatamente anche quella volta il tempismo aveva fatto in modo che il ragazzo si salvasse, tornando oggi a vivere una vita normale.

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Francesco Ferri

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