di Giorgio Stanga
La notizia di cui andiamo raccontando potrebbe per molti avere dell’incredibile: trattasi, infatti, di una morte durante un (presunto) esorcismo. La vittima è un marocchino di 43 anni che, secondo le parole dei suoi “esorcisti”:
Aveva il diavolo dentro.
Come riportato da TGCOM24, i fatti sarebbero accaduti a Torino e il ritrovamento del corpo sarebbe avvenuto il 10 febbraio scorso. Il 43enne è stato trovato morto nella sua abitazione dalle autorità, autorità che hanno anche fermato gli autori del fatto. Tutti di origine marocchine, come la vittima, sono anche suoi parenti: il fratello della vittima, un 46enne, lo zio, un 52enne, nonché imam della comunità islamica locale, e l’ex moglie, di 35 anni.
Gli accadimenti che hanno portato alla morte
Come riportato dalle autorità, la ricostruzione dei fatti non è stata facile. Inizialmente si pensava ad un’overdose, successivamente smentita dalle indagini dei carabinieri di Cuorgnè, che hanno confermato “l’esorcismo”.
Sembrerebbe che l’esorcizzato da tempo soffrisse di problemi mentali, tanto da essere stato allontanato, nel 2022, dalla moglie: avrebbe infatti aggredito lei e i figli. Secondo i familiari però, questo fatto non era riconducibile ad un problema di tipo psichico, bensì al fatto che l’uomo fosse entrato in una rete di “diavoli”. Ecco perché l’uomo ha iniziato ad essere sottoposto a sedute di esorcismo: almeno due prima di quella fatale di febbraio.
In quella sera, infatti, la situazione è sfuggita di mano: l’uomo, a cui erano stati fatti assumere stupefacenti, si è trovato in una situazione di alterazione psico-fisica, tanto da essere legato mani e piedi, per permettere il rito. In questa situazione, l’uomo è rimasto privo di ossigeno, morendo soffocato: la stessa conclusione è stata riportata a seguito dell’autopsia effettuata sul corpo.
Il soffocamento è stato eseguito “meccanicamente” tramite l’ausilio di una maglia, indumento ritrovato a casa della donna e ora sotto sequestro.
Le indagini e l’arresto dei familiari
Intervenuti i soccorsi, tardivamente avvertiti dai familiari, i carabinieri hanno cominciato le proprie indagini. Immediatamente si sono accorti delle incongruenze a seguito delle testimonianze dei coniugi. Circostanza confermata da alcune intercettazioni telefoniche e messaggi che questi si sono scambiati a seguito dell’avvenimento.
Sono così stati arrestati e sottoposti a misure personali: per lo zio e il fratello è scattato il carcere; per l’ex moglie, solo la detenzione domiciliare.
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