di Redazione NCI

La condanna inflitta a Tony Effe, per dei fatti avvenuti nella lontana epoca pre-covid, consterà di due pene. L’artista dovrà risarcire 40 mila euro al ragazzo che aveva aggredito in una rissa, e sarà obbligato a esercitare un servizio socialmente utile, quale la consegna di pacchi alimentari per conto della Caritas. Lui però non sembra eccessivamente turbato, anzi.

Cosa è successo?

Il tutto risale a un evento verificatosi nel febbraio del 2019. Il fatto ha avuto origine poco dopo l’attimo in cui, all’alba del giorno incriminato, il membro della Dark Polo Gang è stato coinvolto in una rissa, scoppiata al di fuori di un locale di Roma, in via degli Avignonesi. Tra il pubblico che dolente o nolente ha assistito alla scazzottata, un ragazzo ha deciso di riprendere la colluttazione con il proprio smartphone, e per questo il giovane Tony ha scelto di punirlo, iniziando un pestaggio ai suoi danni.

Calci e pugni hanno provocato nell’oppresso la rottura della mandibola e la comparsa di vari lividi. A condire il tutto, ci sono delle minacce professate dal trapper, con in mano un contundente (identificato in una spranga di ferro).

La spavalderia di Tony Effe

A nulla sembra essere valso il biasimo delle persone coinvolte nelle vicenda. Si potrebbe dire, infatti, che Nicolò Rapisarda (vero nome del cantante) non sia per nulla pentito di quanto fatto. L’influencer ha pubblicato, in risposta alla divulgazione della sentenza, una foto in cui si ritrae mentre compie un gesto inequivocabile con il dito. Mossa probabilmente volta al farsi beffe della giustizia italiana, davanti a tutto il pubblico di Instagram.

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di Gabriele Nostro

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