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The Resident Stagione 5, la recensione: perdite e crescita

Dopo una lunga programmazione su Disney+, piattaforma su cui la serie è sbarcata dopo essere passata per i canali Sky di Fox Life e Fox, si è conclusa la quinta stagione di “The Resident“. Si tratta di una delle serie recenti sulla medicina più importanti e con la qualità più alta sulla piazza. A produrre il titolo c’è anche il regista Antoine Fuqua con la sua Fuqua Films, oltre ad essere produttore esecutivo insieme all’attore che interpreta uno dei protagonisti, Matt Czuchry.

Tanti cambiamenti al Chastain

La quarta stagione è iniziata in piena pandemia di Covid-19 e conclusa, un anno dopo la fine della stessa, con il parto di Nic (Emily Vancamp) che ha potuto dare alla luce la piccola Gigi. La quinta stagione, al contrario della precedente, si apre invece nel migliore dei modi: Kit ricopre al meglio il suo ruolo da CEO del Chastain. Conrad, Nic e Gigi sono felici e fra Devon e Lila è sbocciato l’amore. Sembra andare tutto per il meglio, fino a quando un avvenimento decisamente inaspettato non porta dolore e scompiglio al Chastain, proiettando la storia tre anni nel futuro.

Sono passati tre anni. Tante cose sono cambiate, Gigi è cresciuta e Conrad non lavora più in ospedale ma fa il medico privato. Altre invece sono rimaste le stesse: il Chastain va avanti come un treno ed alla prima occasione tutto lo staff cerca di riprendersi il talentuoso medico-papà che dopo un tentennamento torna all’ovile. Si aggiunge un altro componente all’equipe: Cade Sullivan (Kaley Ronayne), una giovane dottoressa di polso che lega subito con Conrad, il quale la introduce nell’affiatato gruppo.

 

Dopo quattro stagioni la qualità è ancora alta

Il pregio di “The Resident” è sempre stato quello di raccontare una storia in maniera molto grezza. A differenza di altre serie sulla medicina sempre eleganti, corrette e piene di romanticismo, “The Resident” è scorretta, va dritta al punto ed è cruda. Ambientata ad Atlanta (Georgia) le musiche sono in uno stile “street”, soprattutto nelle prime stagioni è molto presente il rap, stile che va di pari passo con il carattere di alcuni personaggi. Questo non significa che la medicina venga trascurata o trattata in maniera errata, anzi. Semplicemente l’argomento è trattato in una chiave più moderna e meno schematica rispetto ad altre serie.

Chi è rimasto nel corso delle cinque stagioni è maturato molto, sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale, come Devon che si è impegnato nella sperimentazione o Billie (Jessica Lucas) che è stata messa a capo del reparto di chirurgia. Uno dei più grandi cambiamenti l’ha fatto Bell (Bruce Greenwood). Questi passa dall’essere un chirurgo ingordo a discapito della salute dei pazienti, tanto da essere soprannominato “Dr Morte“, ad essere il più talentuoso ed apprezzato fra i chirurghi del Chastain.

 

Regia ed interpretazioni

La regia non è da meno. Pur non essendo qualcosa di mai visto, è comunque una regia moderna e precisa. Ogni contesto viene rappresentato al meglio, con riprese tranquille e precise nei momenti più rilassati, e con tagli serrati e riprese particolari nei momenti di tensione. Stiamo parlando di una serie sulla medicina, è impossibile non parlare della chirurgia: gli effetti visivi sono davvero credibili. Durante le scene in sala operatoria nulla sembra finto, anzi sembra di assistere ad un vero intervento.

Le interpretazioni sono di alto livello. A partire dal protagonista interpretato da Matt Czuchry, che dà un grande carattere a Conrad. Intorno a lui tutti riescono a fare un grande lavoro. È interessante vedere come le gemelle Anuja e Aneesha Joshi (rispettivamente Leela e Padma) riescano a lavorare insieme e far coesistere così bene i personaggi. Nota di merito alla piccola attrice che interpreta Gigi: brava, divertente e capace di far ridere e commuovere quando necessario.

 

Considerazioni finali

The Resident” non è la serie perfetta, tantomeno la serie sulla medicina perfetta, e la quinta stagione non è la migliore. Ma nel complesso il lavoro svolto è eccezionale. La storia viene portata avanti senza particolari intoppi dal punto di vista narrativo, ma in alcuni momenti forse i nodi si sciolgono troppo velocemente. Gli sceneggiatori si assumono le responsabilità delle proprie azioni, sono scorretti e questo piace.

Prendere scelte che non piacerebbero allo spettatore è sinonimo di coraggio e differenzia una serie ben fatta da una serie mediocre. La vita a volte è dura e “The Resident” non si fa problemi a raccontare come stanno le cose, senza dimenticare mai che si tratta di una serie tv. In un ospedale non tutti sopravvivono e non tutti possono essere salvati, cosa che Conrad cerca di far capire a Devon sin dalla prima stagione. In alcuni momenti si scade nei cliché tipici del genere, ma con un numero così alto di episodi e situazioni è inevitabile che sia così. Nel complesso stiamo parlando di una serie giovane e giovanile, scorrevole e facilmente godibile. Potete trovarla completa di 23 episodi in streaming su Disney+.

PRO

  • Ottime interpretazioni;
  • Qualità molto alta anche dopo quattro stagioni;
  • Serie giovane e giovanile, scorrevole e facilmente godibile.

CONTRO

  • La quinta non è la stagione migliore;
  • Alcune situazioni si risolvono troppo velocemente;
  • Cliché tipici del genere.

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Simone De Mattia

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