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The Patient, la recensione in anteprima: Misery in chiave moderna

di Filippo D'Agostino

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Disponibile da mercoledì 14 dicembre 2022 su Disney+, “The Patient” è una serie limitata diretta da Chris Lungo, Kevin Bray e Gwyneth Horder-Payton. Nel cast troviamo Steve Carell, Domhnall Gleason, David Grier, Linda Emond, Laura Niemi, Andrew Leeds e David Alan Grier.

Questo thriller psicologico composto da ben dieci episodi, arriva in Italia con un certo ritardo rispetto alla data di uscita negli Stati Uniti. Infatti, la serie ha debuttato negli USA il 30 agosto 2022 su Hulu e si è conclusa il 25 ottobre.

The Patient, la trama: noi stessi siamo il nostro paziente

Il protagonista di questa miniserie targata FX è il dottor Alan Strauss (Steve Carell), uno stimato e affermato psicoterapeuta che lavora e ospita i suoi pazienti a casa propria. Ma dopo una breve seduta con Sam Fortner (Domhnall Gleeson), il dottor Strauss verrà rapito da quest’ultimo. Sam infatti è un serial killer che cerca di frenare i propri istinti omicidi.

Durante i giorni trascorsi insieme nel seminterrato dell’assassino, Alan dovrà aiutare Sam sia nel tentativo di frenare i suoi impulsi, sia nell’abituarsi a relazionarsi con le persone che lo circondano.

Niente ci è più nemico di noi stessi“, questa è sicuramente una delle frasi più conosciute e che abbiamo sempre sentito almeno una volta nella nostra vita. E infatti, durante questo lungo periodo di detenzione, lo psicoanalista dovrà affrontare anche un paziente peggiore del serial killer, ovvero sé stesso. Alan infatti inizierà un grande viaggio interiore in cui dovrà scavare dentro di sé, attraversando le grandi ferite provocate dal rapporto con i figli e dalla perdita di qualcuno per lui molto importante.

 

The Patient

L’antisemitismo come tema chiave?

Alan Strauss, oltre a essere uno stimato psicoanalista, ci viene presentato anche come un convinto ebreo. Ma questo non ci viene mostrato solo nel rapporto tra il medico e il paziente; infatti, ci vengono presentati numerosi flashback in cui Alan, soprattutto attraverso la presenza della moglie, fa suo questo tipo di religione.

E il modo in cui l’ebraismo ci viene mostrato, forse con troppa esagerazione, è quando ci viene mostrato un Alan impotente costretto a scavare la tomba di una delle vittime di Sam. Ed è qui che ci viene presentato un inaspettato colpo di scena narrativo, in cui il medico viene “trasportato” in uno dei campi di prigionia nazisti dove venivano deportati gli ebrei.

Considerato soprattutto come un twist narrativo ma totalmente slegato dal contesto, gli sceneggiatori di The Patient ci presentano un elemento per nulla paragonabile agli eventi del secolo scorso. Senza contate che per molti spettatori potrebbe rappresentare anche una mancanza di rispetto, soprattutto a causa di un paragone immotivato e per nulla simile.
Ma considerando la realizzazione e la costruzione della scena, quest’ultima è decisamente più che promossa; merito di una fotografia molto cupa che, attraverso l’immaginario, riesce a trasportarci all’interno della mente fragile e quasi in frantumi del dottore.

Un viaggio… all’interno di sé stesso

Con il passare degli episodi, assistiamo a un crollo psichico quasi completo di Alan, tanto da avere visioni e allucinazioni. Arriverà a “conoscere” Charlie, l’ex terapista di Sam ormai morto. E durante questo viaggio all’interno della mente di Alan, assistiamo a un consulto tra i due su cosa potrebbe accadere con il passaggio della detenzione all’interno del seminterrato. Da elogiare alcune scene eccellenti, che ci vengono presentate anche con un’ottima fotografia accompagnata da scenografie perfettamente simmetriche che, cambiando in alcune scene, vanno a presentarci la situazione mentale di Alan.

 

The Patient

Un cast per un genere totalmente nuovo

Il noto cast, composto dall’iconico Steve Carell (The Office) e da Domhnall Gleason (Star Wars, Harry Potter), spicca sicuramente in questa miniserie. Sicuramente grandi nomi che nel corso degli anni hanno saputo dimostrare il loro potenziale e lo ripropongono in questo thriller. E sebbene siamo abituati a Carell solo ed esclusivamente per la sua iconica e indistinguibile ironia, in The Patient ci regala una performance più che promossa e molto toccante soprattutto grazie alla presentazione del suo personaggio: un uomo tormentato dal suo passato ma che comunque riesce sempre a essere placido di fronte a difficoltà importanti.

Dall’altra parte del ring ci viene invece presentato Domhnall Gleason, un ottimo attore già conosciuto da diversi anni in terra americana ma che questa volta si presta a interpretare una nuova personalità totalmente diversa e molto simile ai classici ruoli di Paul Dano nei vari film in cui recita. Gleason ci porta, infatti, sicuramente un killer classico con una caratterizzazione molto basilare e simile ai classici prodotti in cui vediamo un assassino mentalmente disturbato. La sua comunque resta una notevole interpretazione.

Un perfetto lato tecnico ma…

Uno degli elementi che spicca è sicuramente il lato tecnico: a partire da una fotografia perfetta che non si spreca in nessuna location e che è aiutata sempre più dall’ottimo contrasto con i colori, passando per ottime scenografie che non passano certo inosservate all’occhio, per arrivare a una colonna sonora buona ma che purtroppo diventa sempre più anonima a causa del poco utilizzo.

Uno degli elementi che risalta all’occhio in modo negativo è il rapporto tra la lunghezza e il numero di episodi. Infatti, la maggior parte delle puntate ci vengono presentate con una durata abbastanza breve e con i colpi di scena che arrivano sempre e immotivatamente nel finale.

 

The Patient

Considerazioni finali

The Patient è sicuramente un ottimo prodotto targato Disney+, ma il suo grande difetto è che riesce a essere facilmente dimenticabile. Infatti, anche se troviamo ottime interpretazioni da parte dei protagonisti, allo stesso tempo scopriamo una normalissima caratterizzazione da killer per il personaggio di Gleason e, invece, una costruzione innovativa per quello di Carell. Ciò che spicca è il perfetto lato tecnico con un’eccellente fotografia ma una colonna sonora anonima. E insieme, anche la sceneggiatura ci consegna uno script promosso, sia con un ottimo elemento di trama ma anche con un inaccettabile colpo di scena che cerca di collegarsi inutilmente ad Auschwitz.

Pro

  • Ottime interpretazioni da parte del cast principale (Steve Carell Domhnall Gleason);
  • Aver portato una nuova prospettiva del “viaggio interiore“;
  • Buon lato tecnico.

Contro

  • Rapporto tra la durata e il numero degli episodi;
  • Colonna sonora anonima;
  • Immotivato il confronto tra la reclusione e Auschwitz.

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