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The Last of Us – Il viaggio di Ellie: l’ultima speranza per l’umanità

di Erik Veronese

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Parlare di un’opera come quella dipinta da Naughty Dog è tutt’altro che semplice. Non a causa dei sentimenti del pubblico, particolarmente affezionato al titolo e al viaggio intrapreso da Ellie e Joel, quanto piuttosto per il suo valore artistico. Sì, perché che se ne dica, il videogioco è un’opera d’arte e The Last of Us è uno degli esempi più cristallini, nonché l’espressione più pura di ciò che si cela dietro a un titolo. Tuttavia, non è di questo che oggi vogliamo parlarvi. Quello creato dalla software house americana è un mondo brutale, violento e spietato. Un mondo dilaniato dall’epidemia di Cordyceps e dagli infetti, ma non solo. L’America che fa da sfondo all’epopea dei due personaggi trasforma gli uomini, li cambia, fa perdere loro ciò che tendenzialmente si definisce umano, e sia ben chiaro non è solo il fungo quello a cui ci stiamo riferendo.

L’efferatezza che ormai piaga il pianeta è insita nelle persone. Naughty Dog mette a nudo l’animo degli uomini e delle donne, lo spoglia, e ne dimostra la natura ferina, selvaggia, lasciando intravedere qua e là una fiammella di speranza. Un fioco ardere che fugace brilla negli occhi di coloro che, forse, non hanno perso completamente la speranza. Si riaccende lo sguardo di chi nella miseria ha ritrovato una figlia e in chi ha invece trovato una figura paterna grazie a un dono.

Oggi, noi di Nasce, Cresce, Respawna, in occasione del decimo anniversario di questo capolavoro, vogliamo accompagnarvi nel lungo percorso che affronterà Ellie, prima per salvare l’umanità sacrificando sé stessa, dopo per vendicarsi di coloro che le hanno portato via la sua famiglia. Durante i due capitoli di The Last of Us, Ellie cambia notevolmente, non solo fisicamente, ma soprattutto nel suo modo d’essere. Questo mutamento è percettibile già nel primo titolo, in cui la protagonista, appena adolescente, viene mandata in pasto allo stesso mondo che dovrebbe salvare. Ovviamente, la crescita del personaggio di Ellie è più visibile in The Last of Us Parte II, e anche qui possiamo notare un continuo fluire della protagonista. Se non avete completato queste due opere, vi consigliamo di interrompere qua la lettura e riprenderla quando avrete terminato il vostro viaggio. In questo approfondimento, infatti, saranno presenti numerosi spoiler.

The Last of Us Parte I: cosa è rimasto del mondo

Prima di addentrarci ad analizzare il personaggio di Ellie, è doveroso approfondire ulteriormente quanto abbiamo appena detto. Già dalle prima battute, The Last of Us Parte I fa capire ai giocatori la direzione in cui sta precipitando il mondo. La piaga che ha colpito gli Stati Uniti ha fatto scivolare spaventosamente gli uomini in un vortice di atrocità. L’epidemia di Cordyceps è ormai entrata a far parte della quotidianità e il duro regime imposto dalla FEDRA, l’agenzia militare governativa, nelle zone di quarantena è un’ulteriore preoccupazione per i pochi sopravvissuti. Gli attentati delle Luci all’interno delle ZQ, volti a soverchiare il controllo del governo, accrescono le tensioni interne, sfociando in atti di repressione e in esecuzioni pubbliche.

 

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Le zone di quarantena sono caratterizzate da una forte inquietudine generale, dovuta agli scontri appena accennati. Ovviamente, però, i pericoli provengono anche dall’esterno. Il mondo fuori dalle ZQ è piegato dal fungo, dilaniato dalle scelte governative e spaccato dai cacciatori che lo popolano. Immaginare come siano ridotti gli Stati Uniti in questo scenario post-apocalittico non è certo complicato, ma Naughty Dog, attraverso il game design e i documenti disseminati per la mappa, fa comprendere appieno ai giocatori la sofferenza che permea le macerie delle città. “Ovunque ti giri, ci sono infetti, e non, che cercano di ucciderti. L’umanità non è più in cima alla catena alimentare! Mi sorprende essere ancora in vita dopo tutto questo tempo“, queste sono le ultime parole di un sopravvissuto, messe per iscritto in un biglietto lasciato in una casa ormai abbandonata.

Ellie Williams: l’ultima speranza per l’umanità

Per descrivere il mondo post-apocalittico di The Last of Us non basterebbe un articolo, ma speriamo con queste poche parole di aver fatto comprendere, seppur marginalmente, il contesto in cui è costretta a vivere Ellie Williams. Ellie è una ragazzina di appena 14 anni che si trova a dover reggere sulle spalle un enorme peso: l’immunità al Cordyceps. È questa infatti la grande croce della ragazza, un dono che le permette di sopravvivere all’infezione ma che al contempo le fa correre innumerevoli rischi. Joel fa quasi immediatamente la sua conoscenza, venendo informato che Ellie è la chiave per trovare finalmente un vaccino efficace.

È in questo momento che il contrabbandiere, insieme alla compagna Tess, scopre il suo compito, quello che a poco a poco diventerà una vera e propria missione: consegnare la ragazza alle Luci fuori dalla ZQ. Ellie si dimostra fin da subito una giovane adolescente, impertinente, poco propensa a seguire gli ordini, ma soprattutto curiosa e ingenua. La curiosità che la contraddistingue è data dalla sua inesperienza, dal fatto di non aver mai visto il “mondo esterno” prima di iniziare la sua missione salvifica. L’ingenuità di Ellie, invece, non è che il frutto dell’età e di un carattere che disavventura dopo disavventura verrà temprato.

Una prima dimostrazione di queste nostre parole la troviamo poco dopo essere usciti dalla ZQ. Infatti, cercando di superare i confini della ZQ, Joel, Tess ed Ellie vengono scoperti dagli agenti governativi e testati per verificare la loro negatività all’infezione. È qui che la ragazzina utilizza il suo coltello per ferire uno dei due miliziani, dando la possibilità ai due contrabbandieri di freddare i soldati. Pochi attimi dopo ritroviamo una Ellie spaventata, rannicchiata su sé stessa che, con voce tremante, dice incerta: “Pensavo che li avremmo legati“, rimanendo quasi incredula davanti alla scena a cui ha dovuto assistere. È questo uno dei primi momenti che contribuiscono a far crescere la ragazzina. È qui che inizierà ad acquisire la consapevolezza che, forse, lei è l’unica in grado di salvare un’umanità ormai allo sbando.

Hey, guarda… delle lucciole. Voglio dire, quelle vere!

Ellie è una fiamma ardente che divampa e propaga speranza. Non vogliamo sottolineare come, effettivamente, sia lei l’unica possibilità di salvare il mondo da un virus che ha sconvolto l’umanità. Vogliamo piuttosto mettere in evidenza quegli atteggiamenti candidi che, inizialmente, contraddistinguono la ragazzina. All’inizio Ellie si fa trasportare dalle emozioni e dalla curiosità. Un interesse genuino che le fa vedere ciò che la circonda con sana meraviglia. È questo, a nostro parere, il vero motivo per cui Ellie può salvare un genere umano ormai in metastasi. Tuttavia, anche questa si rivelerà presto una vana speranza.

 

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Parallelamente all’avanzare del viaggio aumenta la violenza, e insieme a questa il “tarlo della sopravvivenza” inizia a rodere la ragazza dall’interno. Il lato più infantile di Ellie si corrompe, e quella ragazzina pronta a litigare con Bill in qualsiasi momento lascia spazio a una piccola superstite. Una ragazza disposta a tutto pur di portare a termine la sua missione e salvare Joel, il suo punto fermo. Pur di aiutare quello che ormai è diventato un padre, Ellie è disposta ad uccidere e non manca di farlo. Dopo aver sparato ad un uomo per mettere in salvo Joel, la ragazzina non sarà più la stessa. Fredda, distaccata e disillusa, questi sono i nuovi tratti della quattordicenne, diventata ormai una sopravvissuta come tutti gli altri. Contemporaneamente, Ellie assume piano piano la consapevolezza che è lei l’unica via d’uscita, la cura di ogni male.

The Last of Us: fratricidi e prese di coscienza

La crescita di Ellie durante il primo capitolo passa inevitabilmente attraverso la violenza in cui è immersa, e di cui ben presto inizierà a servirsi. Questo è forse l’elemento principale che rende la ragazzina consapevole della sua importanza e del drammatico peso del suo dono. Ellie a causa delle perdite che si è trovata costretta a subire, prima quella di Riley e poi quella di Sam, e degli orrori da cui è circondata, capisce che lei è l’unica via d’uscita, lei è l’unica speranza per un’umanità ormai bacata.

Perdere anche Sam a causa dell’infezione, proprio come successo con l’amica, muterà l’io di Ellie. Il fratricidio di Harry, consumatosi davanti ai suoi occhi, e poi il suicidio dello stesso porteranno la ragazza a capire che ormai il genere umano è al collasso e il suo dono, forse la sua condanna, è la soluzione. È qui che Ellie perde, nuovamente, un amico e continua a maturare la necessità del suo sacrificio. Quella ragazzina infantile incontrata all’interno della ZQ è solo un lontano ricordo, una perdita che rappresenta il prezzo da pagare per la sopravvivenza. A questo dovrà aggiungersi un ultimo, disumano, evento che segnerà Ellie definitivamente.

Traumi: i cannibali

L’evento di soglia che però convincerà definitivamente la ragazza a sacrificarsi è l’incontro con i cannibali. Con Joel ferito, Ellie è costretta a procurarsi del cibo andando a caccia tra la neve, e una sfortunata coincidenza la porterà a cadere tra le mani di David: il capo dei cannibali. Qui la piccola adolescente vedrà la parte più ferina di un’umanità costretta a cibarsi dei suoi simili pur di continuare a vivere.

 

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Le continue avance di David per far entrare la ragazza all’interno del suo gruppo si fanno sempre più insistenti, ma il suo obiettivo non è chiaro sin da subito. Dopo essere stata tenuta prigioniera, Ellie riesce ad evadere ma non a fuggire dal pericoloso uomo. Presto i due si trovano all’interno di una tavola calda, entrambi pronti a prevalere sull’altro. Dopo un durissimo scontro che traumatizzerà la ragazza, Ellie uccide brutalmente David con il suo machete, acciecata dalla rabbia e dall’odio; la ferocia che guida la ragazza durante questo evento è ben lontana dalla serenità della prima Ellie, curiosa e innocente, che abbiamo incontrato. È questo forse il momento più significativo del primo capitolo, che farà cambiare drasticamente la protagonista, ormai fermamente convinta di ciò che dovrà fare.

Conclusione: amare bugie

Dopo alcune settimane dall’accaduto, i due viaggiatori raggiungono finalmente il laboratorio delle Luci, e ad una Ellie ormai stremata, pronta a sacrificarsi per purificare il mondo, si contrappone Joel, mosso dal suo amore per la ragazzina. Dopo i traumatizzanti eventi che hanno visto Ellie vittima dei cannibali e di David, la ragazzina è più silenziosa, introversa, distaccata. A tutto ciò, però, si contrappone la sua ferrea volontà, la sua determinazione a sacrificarsi per un mondo migliore, a morire non tanto per guarire gli infetti, ma per ridare vita a un’umanità smunta, al capolinea.

Il primo capitolo si conclude con Joel che salva quella che ormai è sua figlia da morte certa, rendendo vani i sacrifici fatti e gli orrori subiti da Ellie. Questo viaggio ha portato la ragazza a maturare velocemente e in maniera brutale. Gli infetti e gli umani incrociati durante il suo cammino l’hanno resa diffidente, le hanno fatto assumere la consapevolezza che lei era l’unica via d’uscita, la sola salvezza; tuttavia, purtroppo, le cose non sono andate come da lei sperato. Nelle ultimissime battute di gioco, vediamo una Ellie profondamente turbata e sospettosa circa le parole e le azioni di Joel. Le bugie bianche del contrabbandiere, però, prima o poi si riveleranno fatali.

Questa era la prima parte del nostro approfondimento sulla protagonista di The Last of Us. Cosa ne pensate? Per non perdervi il secondo episodio continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Respawna.

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