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The First Slam Dunk, la recensione: un film fatto con tanto cuore

di Andrea Antinori

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Dopo anni di attesa da parte dei fan, finalmente è arrivato “The First Slam Dunk“, film scritto e diretto da Takehiko Inoue, ovvero l’autore del manga originale “Slam Dunk“. La pellicola, animata da Toei Animation, è arrivata nelle sale il 10 maggio in lingua originale con sottotitoli, mentre dall’11 maggio è disponibile doppiata in italiano. Senza perderci in ulteriori chiacchere, ecco a voi la nostra recensione!

The First Slam Dunk: un film per tutti

Partiamo col rispondere alla domanda più frequente per quanto riguarda questo prodotto, ovvero: “Posso guardarlo senza aver letto il manga?” La risposta è semplice ed è . Perché se anche è vero che ad essere animato è solamente l’ultimo arco narrativo del manga, Inoue cerca in ogni modo di far sentire a casa anche chi alla serie non si è mai approcciato. Questo lo fa in particolare andando a presentare tutti i personaggi protagonisti, andando anche a scrivere delle storie inedite, pensate principalmente per chi di Slam Dunk non ne sa nulla. Nonostante ciò, funzionano benissimo anche per chi, invece ,il manga lo ha letto e ne è fan. Infatti, i flashback sui personaggi sono per la maggior parte scene inedite, che quindi non fanno altro che approfondire ulteriormente quello che è già presente negli oltre 270 capitoli del manga.

La storia è quindi incentrata per circa metà sui protagonisti, e metà sulla partita finale del campionato nazionale interscolastico, giocata tra Shohoku e Sannoh. Il bilanciamento tra i momenti della partita e quelli invece più “personali” è ottimo. I tempi non vengono mai interrotti bruscamente e il film ha un buon ritmo generale. C’è da dire che, per via dell’introduzione di tutte queste parti aggiuntive, l’adattamento non è fedele 100%. I primi tempi della partita sono leggermente trascurati, lasciando perlopiù spazio alla storia di Ryota Miyagi, vero protagonista del film. Gli ultimi due tempi invece sono adattati quasi interamente, con solo qualche leggera modifica ad alcuni dettagli minori. Ma la tensione si sente tutta, sia per chi non sa l’esito della partita, sia per chi lo ha letto e riletto dal manga.

Un film fatto con cuore

Nonostante i vari rifiuti negli anni da parte dello stesso Inoue sulla realizzazione del film, è proprio grazie a lui se “The First Slam Dunk” è il quasi-capolavoro che è oggi. Infatti, nel suo primo prodotto che lo vede regista, il mangaka non ha voluto semplicemente adattare un lavoro che aveva già realizzato anni addietro, ma ha deciso di dargli una nuova vita. Ciò lo si percepisce in particolare dalla storia inedita che vede protagonista Ryota Miyagi, il playmaker dello Shohoku. Vediamo da dove deriva la sua passione per il basket e di come questo sport lo abbia aiutato ad andare avanti nel periodo peggiore della sua vita, di come la pallacanestro abbia dato modo al numero 7 di riscattarsi.

Ed è tramite questa storia che riusciamo a percepire quella che è la vera essenza di “Slam Dunk“: una storia di riscatto, di rivincita sociale. Il tutto avviene ovviamente tramite la passione per lo sport, in questo caso il basket. Ciò lo si percepisce anche durante la partita, soprattutto considerato le condizioni nelle quali veniamo catapultati. I ragazzi dello Shohoku, la squadra di una scuola di un quartiere popolare, contro il Sannoh, coloro che sono considerati i colossi della pallacanestro liceale giapponese. La domanda da porsi non è più se i protagonisti possono battere i loro avversari, ma come possono farlo. Perché prendere 5 ragazzi, considerati scarti della società, emarginati, bulletti, e renderli una squadra funzionante è un’impresa difficile, quasi impossibile. Quindi questo “The First Slam Dunk” non è solo l’adattamento animato di un manga, ma la celebrazione stessa di esso.

The First Slam Dunk

L’adattamento di “The First Slam Dunk”

Tocca dedicare un paragrafo anche alla pura qualità tecnica dell’adattamento. L’anime infatti non è stato realizzato con la “classica” tecnica in 2D. Troviamo infatti la tecnica in CGI 3D già utilizzata da Toei Animation per il film “Dragon Ball Super: Super Hero“. Seppur la qualità delle animazioni sia nettamente migliorata, si sente come questo metodo sia ancora immaturo. La visione è comunque piacevole, ma a volte il distacco tra gli elementi in 2D e quelli in 3D è troppo evidente, spezzando “la magia” che si viene a creare grazie alla travolgente trama. C’è da dire però che, nonostante la tecnica non sia ancora ad un livello godibile (considerando quello che si può raggiungere con il 2D), Inoue è stato bravissimo ad utilizzare il 3D per dare ai personaggi il suo stile caratteristico.

È anche vero che grazie alla CGI abbiamo delle ottime scene in campo. I movimenti dei giocatori sono fluidi, ma soprattutto accuratissimi. Si vede che c’è stato uno studio approfondito per far muovere al meglio questi personaggi. Anche i dettagli su di essi sono ottimi. Il sudore, le espressioni di stanchezza, di dolore, la posizione delle mani. Tutto è trattato con estrema cura e qualità, tanto da far passare in secondo piano la tecnica utilizzata. Infatti, nonostante tutto, vedere questo film è un piacere, e la CGI smette di “dar fastidio” dopo pochi minuti. C’è da considerare anche il comparto sonoro di altissimo livello. Dai cigolii delle scarpe sul parquet fino ai rimbalzi del pallone. La colonna sonora anche è ottima, con un paio di tracce davvero ben utilizzate, così da mettere la giusta adrenalina in certe scene.

Come detto in precedenza l’adattamento del manga non è al 100% fedele. Infatti sono state apportate alcune modifiche, sia dovute a certe scelte narrative, sia invece a qualche variazione voluta dallo stesso Inoue. Ma in soldoni la trama è la stessa, le scene più iconiche del manga ci sono tutte e animate in maniera molto fedele. C’è da dire, però, che mancano alcune parti delle pagine finali del manga; ma soprattutto ci sono delle scene aggiuntive che potrebbero aprire ad un futuro spin-off.

Slam Dunk

The First Slam Dunk: conclusioni

Takehiko Inoue debutta alla regia con il film di una delle sue opere più importanti e lo fa nel migliore dei modi. Si sente che dietro al prodotto c’è stata tanta passione e cuore da parte dell’autore. Il mangaka è riuscito a portare un prodotto che non solo adatta la sua opera, ma anzi, la celebra. Nel film troviamo tutto ciò che ha reso “Slam Dunk” famoso nel mondo e che lo ha fatto distinguere dagli altri spokon: la passione per uno sport che porta al riscatto alcuni ragazzi che dalla vita non hanno avuto molto. Ragazzi che se non fosse stato per il basket sarebbero ancora nell’ombra. Tutto questo va oltre una tecnica di animazione ancora immatura, tanto da portare “The First Slam Dunk” a essere uno dei migliori prodotti animati degli ultimi anni.

Pro

  • Le scene inedite sui protagonisti, in particolare su Ryota Miyagi;
  • le musiche utilizzate;
  • il ritmo della pellicola;
  • le tematiche trattate.

Contro

  • La tecnica d’animazione utilizzata, ancora troppo acerba.

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