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The Crown S06 – Parte 2, la recensione: la fine premia la virtù

Disponibile da giovedì 14 novembre 2023 su Netflix, la seconda parte della sesta stagione di “The Crown” è una serie televisiva formata da 6 episodi. Nel cast dello show targato Netflix troviamo: Imelda Staunton (Regina Elisabetta II), Jonathan Pryce (Principe Filippo), Dominic West (Principe Carlo), Olivia Williams (Camilla Parker Bowles), Ed McVey (Principe William), Meg Bellamy (Kate Middleton), Luther Ford (Principe Harry), Elizabeth Debicki (Principessa Diana), Khalid Abdalla (Dodi Fayed), Lesley Manville (Principessa Margaret) e Claudia Harrison (Principessa Anna).

Con l’ultima e sesta stagione, la casa di produzione statunitense ha intrapreso una svolta significativa nella programmazione dello show televisivo. Rispetto alle prime cinque parti è stata suddivisa in due blocchi. La prima parte, composta da quattro episodi, è stata rilasciata il 16 novembre, mentre la seconda parte il 14 dicembre.

The Crown: dove ci eravamo lasciati con le prime sei stagioni?

Con la sesta stagione di “The Crown“, ci addentriamo nell’epoca più moderna e vicina ai nostri tempi. La Staunton e Pryce, infatti, ci introdurranno all’Inghilterra della fine degli anni ’90. Ma prima ancora di parlarvi di questa attesissima nuova stagione, vorremmo proporvi un breve riassunto dei momenti più importanti delle parti passate.

Nelle prime due stagioni dello show britannico abbiamo visto Claire Foy e Matt Smith interpretare rispettivamente la Regina d’Inghilterra e il Principe Filippo. I primi episodi ci hanno presentato una Elisabetta alle prime armi. Dopo la morte inaspettata del padre Giorgio VI, si è ritrovata alla guida di uno dei Regni più grandi del mondo. Nel corso dei venti episodi abbiamo potuto assistere ai vari eventi importanti che hanno segnato la monarchia. Tra questi troviamo l’importantissimo e significativo Governo Churchill, gli scandali interni alla famiglia Windsor e l’importante e discusso incontro tra i reali e il Presidente Kennedy, insieme alla moglie Jackie.

La terza e la quarta stagione hanno visto un grande cambiamento a livello di interpreti. Infatti, con un importante salto temporale di diversi decenni, troviamo Olivia Colman e Tobias Menzies come protagonisti. Gli episodi vedono una Elisabetta ormai più matura dopo una lunga permanenza sul trono. Ma gli scandali per la famiglia non finiscono di certo. Infatti, tra un Primo Ministro rivoluzionario ma con un rapporto più che complicato con la Regina e i primi problemi matrimoniali tra Carlo e Diana, la figura regnante si troverà in uno dei periodi monarchici britannici più chiacchierati dalla sua incoronazione.

 

 

Nella tanto discussa quinta stagione (clicca qui per la nostra recensione) che ha spaccato l’opinione pubblica e la stampa, ci immergiamo nuovamente negli intricati affari della corona. Questa volta rappresentata dai nuovi interpreti Imelda Staunton Jonathan Pryce. Questa volta, però, l’attenzione si sposta verso una più profonda introspezione all’interno della famiglia reale e delle sue vicende private. Nel corso della stagione, assistiamo alla Regina che affronta le sfide di un decennio segnato da rivoluzioni e dal declino dell’approvazione pubblica.

La monarchia viene infatti dipinta dai sondaggi come costosa e ormai irrilevante. Ma le preoccupazioni della sovrana non si limitano solo alla politica. Il figlio Carlo si avvicina sempre di più alla rottura con Lady Diana a causa della complicata relazione con Camilla, un fatto che crea ulteriori complicazioni per la regina.

E come detto poco sopra, Netflix ha deciso di dividere l’ultima stagione in due parti. Con la prima (clicca qui per la nostra recensione), uscita lo scorso novembre, la narrazione ha vista protagonista la separazione reale tra il Principe Carlo e Lady Diana. Il focus si è poi spostato sulla relazione tra Diana e Dodi Fayed, fino alla loro tragica morte avvenuta nel ponte de L’Alma.

The Crown 6 – Parte 2, la trama: l’uomo è destinato ad appassire

Nella seconda parte della sesta stagione di The Crown, l’attenzione si sposta al periodo successivo alla tragica morte di Lady Diana. Il doloroso incidente che ha coinvolto la Principessa di Galles è ora una ferita aperta che l’intera Inghilterra e la famiglia reale devono lenire. Tutti sono coinvolti in questo processo di guarigione. Tutti tranne Mohamed Al-Fayed, ancora profondamente colpito dalla perdita del suo primogenito.

In pubblico, l’imprenditore egiziano accusa apertamente la corona britannica, paragonando il casato reale al Conte Dracula. E l’accusa emerge dalla convinzione di Al-Fayed che la morte di Dodi e Diana sia stata pianificata dai servizi segreti. Tutto originato, a suo dire, dalla presunta gravidanza di Diana.

Questi sei rimanenti episodi concentrano la propria narrazione sulla questione Diana-Dodi per pochi minuti. Infatti a tornare come protagonista è la Regina Elisabetta che, come nelle scorsa stagione, è preoccupata per il destino della corona.

A peggiore la situazione vi è anche lo statista Tony Blair, iconico primo ministro che sta ricevendo una notevole approvazione dai suoi elettori e da buona parte della popolazione inglese. Ma le preoccupazione della regina non si fermano solamente a ciò che coinvolge la corona “esternamente”, ma anche “internamente”. Infatti, una ormai quasi anziana Regina Margaret, a causa della sua sregolata vita tra alcolici e abuso di sigarette, sta affrontando una serie di ictus. Questi peggioreranno sempre di più, fino a portarla alla sua morte. Tale lutto sarà ancora più doloroso per la sorella Elisabetta dopo la successiva morte della Regina Madre a poche settimane dalla morte della figlia. La narrazione non arriva ai nostri giorni, infatti, tra le ultime vicende reali troveremo il tanto discusso matrimonio tra Carlo e Camilla.

 

 

Altro importante co-protagonista è anche uno dei futuri eredi al trono, il Principe William. Ancora devastato dalla morte della giovane madre, è ormai pronto a entrare nel suo college dei sogni: qui, incontrerà la giovane Kate Middleton, studentessa di cui si invaghirà.

Una sovrana che per la propria corona… si divide in tre

Tra i vari elementi che The Crown può vantare, vi sono sicuramente le interpreti della Regina Elisabetta durante il corso della sua monarchia. Partendo dalla giovane Claire Foy, passando a una più esperta Olivia Colman, finendo con la più recente Imelda Staunton pronta gestire il suo regno per gli ultimi decenni. Sicuramente grandi attrici di un importante vanto, che nel suolo hollywoodiano hanno saputo dimostrare la propria bravura.

E sarebbe molto difficile dirvi quale sia la migliore Regina Elisabetta delle tre. D’altronde abbiamo assistito a interpretazioni in momenti diversi. Claire Foy interpretava una giovane e inesperta regina. Gli occhi di tutti erano puntati su di lei dopo la prematura morte e la recente uscita dalla seconda guerra mondiale. Olivia Colman già era una regina più a suo agio, dopo aver attraversato vari decenni tra alti e bassi. E infine Imelda Staunton, la regina anziana che forse non è mai riuscita conquistare i cuori degli spettatori come fecero le due interpreti passate.

Ma la Staunton in questa seconda parte riesce perfino a essere una regina superiore. La sua espressività ormai è adatta alla regina e ci viene perfino difficile immaginare un’altra interprete per un potenziale altro progetto dedicato a un’anziana Elisabetta. E il miglior modo per dimostrare la grande qualità della Staunton è proprio in un episodio specifico, il finale di serie tv. Qui la Regina deve affrontare la preparazione alla sua morte, la cosiddetta “Operazione London Bridge” che sarebbe scattata ufficialmente dopo il suo ultimo respiro, e, inoltre, decidere se abdicare per dare il proprio regno in mano al figlio Carlo.

 

 

Sicuramente una grande responsabilità preparare sia il proprio funerale che dire addio alla più grande monarchia attuale. Un certo peso emotivo personale, tanto che la sovrana affronta una crisi esistenziale (o meglio, una tripla crisi esistenziale). Infatti, da come ci era già stato svelato, le due interpreti passate della regina sarebbero tornate. E lo fanno nel migliore dei modi, intelligentemente, e non per un semplice cameo ambientato nel passato. Infatti, pensare alla propria fine, fino a quando quel momento non accadrà, è disturbante, specialmente quando i momenti sono pochi e contati. E quando la sceneggiatura ci porta dentro il cervello della regina, negli ultimi minuti del finale di serie tv, questo si rivela estremamente toccante e personale. Tanto da darci quel momento di riflessione dopo che lo schermo diventa nero, per un’ultima volta.

God save the Prime Minister!

Nell’ultimo secolo, la politica britannica ha visto un susseguirsi di notevoli primi ministri, tra il carismatico Winston Churchill, il laburista Harold Wilson e la conservatrice Margaret Thatcher. Figure politiche di spicco non solo in terra madre, ma anche per le relazioni con l’estero. E sicuramente The Crown, nelle prime quattro stagioni, è riuscita con perfezione a descrivere questi tre ministri che hanno lasciato un segno indistinguibile nella politica inglese. Questo grazie anche a degli ottimi interpreti che sono riusciti a tenere testa alle magistrali interpretazioni delle prime due regine.

L’elemento più negativo della quinta stagione e della prima parte della sesta stagione è stata propria l’assenza di un primo ministro che potesse coniugare il bisogno della corona con quella della popolazione inglese. Non perché nella storia non ci sia stata una figura a farsi valere, ma, probabilmente, per dei bisogni narrativi. La caratterizzazione del capo di governo non era importante ai fini della trama. Nella quinta stagione abbiamo avuto un anonimo John Major, e nella prima parte della sesta stagione Tony Blair, che nonostante la centralità nella gestione del funerale di Lady Diana nella vita reale, nello show non è stato tirato in ballo.

Fortunatamente, Tony Blair riesce a ricevere una seconda possibilità in questa seconda parte. Qui riesce a spiccare come un’ottima figura politica, grazie anche al suo episodio monografico dove riesce a dare del filo da torcere alla regina. Finalmente riesce a dimostrarsi come un vero e proprio personaggio vitale per la monarchia.

 

The Crown: un fenomeno in continua discesa, ma la colpa è veramente degli sceneggiatori?

Le prime quattro stagioni di The Crown rimarranno sicuramente nell’immaginario collettivo dei capisaldi televisivi targati Netflix. Tutto ciò è testimoniato dai numerosi premi, come i sette Golden Globe e gli otto Premi Emmy. Ma un caso che ha fatto sorprendere molti fan della serie televisiva è stato il resoconto che la stampa ha dato con la quinta stagione, con numerose insufficienze e molte critiche riguardo alla scrittura della nuova stagione con Imelda Staunton.

Sicuramente una notevole batosta per la società statunitense, ma in fin dei conti era prevedibile che, avvicinandoci agli anni più recenti, The Crown avrebbe affrontato l’inevitabile rischio di deludere le aspettative. Infatti, trattare personaggi come Winston Churchill e Giorgio VI, figure che sopravvivono nei pensieri e nei libri, è ben diverso dal discutere di elementi più recenti come Kate Middleton o gli scandali legati alle foto del Principe Harry.

Quindi, risulta essere più facile, e anche “sbrigativo e poco dettagliato“, dare una valutazione su degli eventi cui bene o male buona parte degli spettatori hanno assistito nella vita reale e che ha portato inevitabilmente a criticare facilmente queste ultime due stagioni. Ma la critica, e non solo, con una visione abbastanza prevenuta, non è riuscita realmente a guardare la delicata narrazione che ci viene offerta. Spiccano proprio i tanto desiderati episodi monografici, tra cui quelli dedicati a William e alla principessa Margaret, che ci portano a quelle atmosfere private ed emotive delle prime stagioni.

 

Considerazioni finali sulla seconda parte della sesta stagione di The Crown

Siamo arrivati alla conclusione di The Crown, e con quest’ultima stagione non potevamo chiedere una chiusura definitiva migliore di così. Peter Morgan ci porta una delle migliori serie televisive storiche dell’ultimo decennio. Dopo una quinta stagione con alti e bassi, la sesta stagione riesce a riprendere i grandi momenti di gloria delle prime stagioni con una fantastica scrittura narrativa, il ritorno degli episodi monografici e la fantastica Imelda Staunton che riesce a farci emozionare con l’ultimo episodio.

Pro

  • Le interpretazioni del cast principale, su tutti Imelda Staunton (Regina Elisabetta II), Ed McVey (Principe William) e Lesley Manville (Principessa Margaret).
  • Dopo una prima parte discutibile, con questi ultimi sei episodi, Netflix riesce a dare una meritata conclusione alla Corona di Elisabetta II
  • Torna finalmente la politica britannica, e Tony Blair riesce ad avere il suo meritato minutaggio all’interno degli episodi.
  • Il ritorno degli episodi monografici, tra questi spicca sicuramente quello dedicato alla Principessa Margaret.
  • Aver concluso la serie tv negli albori degli anni 2000 e non aver proseguito fino ai giorni nostri.

Contro

  • Nessuno.

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Filippo D'Agostino

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