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Ieri, 11 marzo 2025, è avvenuta una svolta per le facoltà Universitarie di medicina. Si tratta di una legge che rimuove il test d’ingresso, duramente criticato negli ultimi anni. In particolare si tratta della riforma del sistema di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria.
Spiega in un post sulla piattaforma X:
“Finalmente Medicina volta pagina: superiamo il numero chiuso e diciamo addio ai test d’ingresso che per troppo tempo hanno spento i sogni e le ambizioni di tanti ragazzi.
L’Università apre le proprie porte per formare chi desidera diventare medico. Archiviamo i quiz d’ingresso, che negli anni hanno generato più ricorsi al Tar che vera formazione; diciamo basta a quella pletora di corsi di preparazione privati e costosi che hanno condizionato l’ingresso a Medicina sulla base del reddito e non del merito; mettiamo fine all’odioso fenomeno dell’emigrazione di ragazzi e ragazze che pur di seguire la vocazione di diventare medici sono stati costretti ad andare all’estero perché respinti da test opachi e non qualificanti.
Questa riforma è una vera rivoluzione che mette al centro le esigenze degli studenti e risponde anche alla carenza di camici bianchi: in 7 anni le Università italiane formeranno 30mila medici in più, sostenute da maggiori risorse finanziare. Un investimento che rafforza il nostro sistema sanitario e continuare a garantire una formazione d’eccellenza.”
Il ministero definisce come obiettivi l’aumento del numero di medici per il sistema sanitario italiano, una migliore qualità nella formazione e una maggiore attenzione a capacità e merito. Per raggiungerli vengono inserite alcune novità:
Durante la sessione verranno svolti esami standardizzati a livello nazionale, in modo da garantire pari condizioni di valutazione e omogeneità nella graduatoria nazionale di merito.
Una volta conclusa la prima sessione verrà generata una graduatoria nazionale. Al momento dell’immatricolazione è richiesta una doppia iscrizione a un secondo corso di laurea nell’area “Scienze della Salute“. Questo permetterà agli studenti non ammessi al secondo semestre del corso “medicina” di vedersi riconosciuti i CFU (Crediti Formativi Universitari) acquisiti.
Con l’inizio del secondo semestre, agli ammessi verrà comunicata la sede assegnata. Essa dipende da tre fattori: posizionamento in graduatoria, preferenza indicata dallo studente e disponibilità dei posti in ogni ateneo.
Fonti: MUR, Slide del Ministero, X, studenti.it e RaiNews
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