di Lorenzo Peratoner
Ore drammatiche lungo il confine tra la Turchia e la Siria, in seguito a una scossa di terremoto di magnitudo 7.9 registrata alle ore 4:17 locali (2:17 in Italia), a cui si sono susseguite molteplici repliche, tra cui una di magnitudo 6.7. Cerchiamo di riepilogare gli eventi accaduti, secondo quanto riportato da TGCOM24 e SkyTG24.
Terremoto: qual è la situazione in Turchia e Siria
L’ipocentro della scossa di magnitudo 7.9 dovrebbe essere stato a circa 25 chilometri di profondità, con epicentro nella provincia turca di Kharamanmaras, vicino a Gaziantep, non distante dal confine siriano. Si tratta di un’area particolarmente soggetta a fenomeni sismici, perché situata al di sopra del punto di incontro tra la faglia “Est anatolica” e “Arabica”. Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha affermato che l’intera Penisola anatolica, secondo le prime stime, si sarebbe spostata orizzontalmente di circa 3 metri, deformando la costa. Il geologo Mario Tozzi ha descritto ciò che è accaduto con queste parole:
“Quando si accumula abbastanza energia le due parti (le due faglie) scattano lateralmente una rispetto all’altra. Provocando uno spostamento. In questo caso stimato di circa tre metri in orizzontale. Contestualmente in profondità si liberano le onde sismiche che dispiegano in superficie gli effetti più gravi”.
Al momento i tempi non sono ancora maturi per quantificare il numero totale di vittime, tuttavia secondo gli ultimi dati le vittime accertate dovrebbero essere oltre 5000, con altrettanti feriti. Molto più allarmistica, invece, la stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo cui i morti potrebbero essere 20 mila.
Le conseguenze delle scosse sono state devastanti non solo in termini umani, ma anche architettonici; sono stati infatti registrati seri danni in una moltitudine di città turche e siriane, con la distruzione o danneggiamento di migliaia di edifici e monumenti storici (tra cui, ad esempio, il castello romano di Gaziantep). In queste ore sono in corso le operazioni di salvataggio, tuttavia sfavorite dalle condizioni metereologiche avverse, a causa delle precipitazioni nevose e delle temperature rigide. Secondo gli ultimi dati, oltre 8000 persone sono state messe in salvo; molte altre, invece, sono ancora sotto le macerie, alimentando la paura di centinaia di famiglie in attesa di ricongiungersi con i propri cari.
Il Presidente turco Erdogan ha descritto il sisma come “il più grande disastro dal 1939” e ha indetto una settimana di lutto nazionale.
Le reazioni della comunità internazionale
Immediati i messaggi di solidarietà e di aiuto da parte della comunità internazionale; il Presidente Mattarella ha scritto direttamente al Presidente Erdogan le seguenti parole:
“Ho appreso con profonda tristezza e seguo con attenzione le notizie sul sisma che ha così gravemente colpito la zona sud orientale della Turchia, causando numerosissime vittime e feriti. In questo momento di lutto l’Italia è vicina, con sentimenti di partecipe solidarietà, al dolore dell’amico popolo turco. Il nostro pensiero va alle famiglie di quanti hanno perso la vita, ai feriti – cui auguriamo un pronto ristabilimento – e alle squadre di soccorso. In spirito di vicinanza, La prego di accogliere, signor Presidente, le espressioni del più sincero cordoglio della Repubblica Italiana e mio personale”.
Il Ministro degli Esteri Tajani ha prontamente offerto l’aiuto della Protezione civile italiana per le missioni di salvataggio; su questa stessa onda si sono espressi anche Zelensky, Putin, Macron, e molti altri leader politici. Mentre la Farnesina nelle ultime ore ha rivelato che non risultano esserci italiani coinvolti tra i morti e i feriti nelle zone del sisma, almeno fino a ora. Tajani su Twitter ha scritto:
L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale,in Turchia per ragioni di lavoro .La Farnesina,fino ad ora,non è riuscita ad entrare in contatto con lui.
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) February 7, 2023
Le conseguenze del terremoto, sembravano per un primo momento poter investire anche il sud Italia, tanto che la Protezione civile aveva diramato il rischio di maremoto nelle coste pugliesi, calabresi e sicule; l’allarme fortunatamente è rientrato, consentendo anche la ripresa del traffico ferroviario in queste regioni.
Il confronto con gli eventi sismici italiani
Come riporta Open, se volessimo fare un confronto con i tragici eventi sismici che hanno investito il nostro Paese, si tratterebbe di un terremoto centinaia di volte più forte rispetto a quello di Amatrice e Norcia del 2016. La presenza, tuttavia, di centinaia di repliche sismiche, suggerisce la possibilità del cosiddetto “rischio epidemia sismica“; la terra, quindi, potrebbe continuare a tremare per giorni, se non addirittura mesi, così da liberare tutta l’energia accumulata dalla faglia.
In attesa di ulteriori sviluppi, la Redazione di NCI esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza ai popoli turco e siriano.
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