Tawi, un indigeno di 24 anni che vive nel cuore della foresta amazzonica, ha portato il suo anziano e malato padre in spalla, attraverso tutta la foresta, per salvarlo dal Covid. L’obiettivo dell’ardua impresa di questo ragazzo, infatti, era che il padre potesse ricevere anch’esso una dose di vaccino contro il virus.
Il giovane Tawi appartiene ad una piccola tribù di indigeni, gli Zò’è. Questa è composta da circa 325 indigeni che vivono suddivisi in 50 piccole comunità, senza avere nessun contatto con il mondo esterno. Il virus non ha risparmiato neanche questi luoghi così lontani dalla civiltà, e così, il giovane Tawi, decide di oltrepassare le frontiere fisiche e culturali tra la sua popolazione e la nostra.
Il giovane, così, intraprende un lungo viaggio di 12 ore, tra andata e ritorno, attraverso l’impervia foresta amazzonica per poter ricevere una dose di vaccino per lui e il padre. Ma non è tutto. Suo padre, di 67 anni, è affetto da una grave malattia che ne causa l’impossibilità a camminare. Quindi, l’audace avventuriero, ha dovuto affrontare l’intero viaggio con l’anziano padre sulle spalle. Un’impresa veramente eroica.
Il giovane Tawi, grazie alla sua grande forza fisica ma soprattutto di volontà, riesce a raggiungere una piccola cittadina dove si svolgevano le vaccinazioni. Al suo arrivo, Erik Jennings Simoes, il dottore addetto alle vaccinazioni, fu colpito da questa grande storia così tanto che ha deciso di immortalarla con la sua macchina fotografica.
L’intera storia si è svolta l’anno scorso, precisamente il 22 gennaio 2021, ma è stata resa nota soltanto oggi. Il dottore è impegnato da molti anni nell’assistenza ai popoli della foresta, e ha deciso di diffonderla solo ora con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo all’importanza della vaccinazione. Come confermano le sue dichiarazioni sull’argomento: “I nativi non comprendono i dubbi sui vaccini delle persone non indigene. Anzi, proprio l’irresponsabilità di questi ultimi ha fatto sì che il virus si diffondesse anche nella selva”.
Che dire una notizia veramente toccante, soprattutto se si pensa alla fatica del povero Tawi e all’ottusità di chi invece, pur avendo a portata di mano la soluzione a questa situazione terribile, si ostina ad opporvisi.
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di Antonio Stiuso
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