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Tanti auguri Mou! Le imprese del Re Mida del calcio, José da Setubal

Lo Special One alla guida della Casa Blanca: l’arrivo al Real Madrid

Mou nel maggio del 2010 arriva alla corte di Florentino Perez, che subito gli fa qualche regalo: Khedira, Di Maria e Ozil su tutti. Lo Special One sfiora la vittoria del campionato arrivando secondo a -4 dal Barcellona, trascinato da un sontuoso Cristiano Ronaldo che segna 40 gol in Primera Division, ma si porta a casa la Coppa del Re, battendo in finale proprio il Barça per 1-0. L’eterna rivalità si rispecchia anche in Champions League: in semifinale, le merengues devono arrendersi ai blaugrana, che volano in finale con un complessivo 3-1. Il tecnico portoghese aggiunge anche un trofeo individuale alla sua bacheca: durante la premiazione del pallone d’oro 2010, gli viene conferito il FIFA World Coach of the Year.

Al secondo anno al Real Madrid, Mourinho si porta a casa La Liga, chiudendo a 100 punti, a +9 dal Barcellona; trascinatore, ancora una volta, Cristiano Ronaldo (46 gol e 11 assist), ma Messi fa anche meglio (50 gol e 18 assist). In Coppa del Re si ferma ai quarti, battuto ancora dal Barcellona, mentre in Champions League è il Bayern Monaco, ancora in semifinale, ad eliminare Mou e il suo Real.

 

Mourinho (@Shutterstock)

 

L’anno successivo si parte bene, vincendo la Supercoppa contro il Barça, grazie anche all’acquisto di giocatori come Modric e Essien a rinforzare il centrocampo. È solo un’illusione: in campionato trionfano i blaugrana (100 punti, staccando di 15 il Real), e in Coppa del Re l’epilogo non è dei migliori. I Blancos arrivano in finale ma perdono contro i cugini dell’Atletico per 2-1: è l’ultima goccia e Mou e il Real si separano, dopo tre anni e tre trofei. Sullo sfondo un ritorno, ancora in terra inglese, sei anni dopo.

Mou torna in Inghilterra: ancora alla guida dei Blues

Abramovich e il popolo del Chelsea lo richiamano e lo Special One non può resistere: arrivano, insieme a lui, anche Eto’o e Willian, oltre ad un giovane Schurrle. Nella stagione 13/14 i Blues si piazzano al terzo posto in Premier, a -4 dal City campione. Sicuramente, un piazzamento migliore di quello nelle coppe nazionali: eliminazione sempre agli ottavi di finale. Le semifinali di Champions League, però, sembrano essere indigeste: l’Atletico Madrid elimina i londinesi, con il Real che torna alla vittoria nel derby madrileno in finale.

La stagione successiva (2014-15), si apre con una finestra di mercato incredibile: al Chelsea arrivano Drogba, Diego Costa e Fabregas, oltre al rientro dal prestito di Courtois. Nonostante la delusione europea (eliminazione agli ottavi di finale), Mou si riscatta con la vittoria della Coppa di Lega e della Premier League. Cinque anni dopo, il campionato inglese torna nella Londra Blues, di nuovo con lo Special One in panchina.

La terza, e ultima, stagione consecutiva sulla panchina del Chelsea non va come sperato: a metà anno, dopo la qualificazione agli ottavi di Champions ma un campionato non indirizzato per il meglio, il portoghese e i Blues si separano.

Home sweet home: lo Special One resta in Premier!

Prima lo United: 2 anni a Manchester

Dopo sei mesi di stop, Mourinho si rimette in gioco, firmando con il Manchester United. L’esperienza parte bene: con gli arrivi di Ibrahimovic e Pogba, il portoghese vince la Supercoppa contro il Leicester e la Coppa di Lega qualche mese più tardi. In campionato arriva sesto, rimanendo fuori dalla Champions League, ma la vittoria in Europa League, in finale contro l’Ajax, gli regala il biglietto per la massima competizione europea.

La seconda stagione non è delle migliori: persa la Supercoppa Europa contro il Real, Mou esce dalla Champions agli ottavi contro il Siviglia. L’FA Cup gli sfugge in finale, mentre in campionato arriva secondo, distante 19 punti dal City campione. I rapporti con la dirigenza scricchiolano, tanto che la stagione successiva arriva solo a dicembre, per poi essere esonerato.

 

Mourinho (@Shutterstock)

 

Sempre Premier League: Mou è al Tottenham!

Quasi un anno dopo, a novembre del 2019, Mourinho torna in panchina, sostituendo Pochettino al Tottenham. Partendo dal quattordicesimo posto, l’ex Chelsea e United li trascina fino al sesto posto, uscendo agli ottavi di Champions contro il Red Bull Lipsia e con un percorso non molto felice nelle coppe nazionali. È il preludio per una ricostruzione generale.

La stagione successiva, infatti, i suoi Spurs partono bene, trovandosi, a novembre, primi in classifica. Il resto dell’annata, però, non rispecchia le aspettative: il Tottenham entra in una spirale negativa e scivola addirittura al settimo posto. Esce agli ottavi dall’Europa League, ma arriva in finale di FA Cup. Quella finale, però, Mou non la disputerà mai: viene esonerato il 19 aprile del 2021, e gli Spurs perderanno quell’ultimo atto, proseguendo una striscia di digiuno clamorosa.

Presente e futuro: la Roma “europea” di Mourinho

L’occasione per il riscatto arriva pochi mesi più tardi: la Roma lo chiama e lui accetta, pronto a risollevare la squadra capitolina. Il ritorno in Italia dopo l’impresa storica del triplete con l’Inter porta con sé nostalgia e voglia di fare qualcos’altro di incredibile.

Nella prima stagione con i giallorossi Mou fa vedere a tutti il significato del suo soprannome: lo special one. La Roma non vince un trofeo europeo sin dalla stagione 60/61 quando trionfò nella coppa delle fiere. Ma abbiamo imparato a conoscere Mou: sappiamo che ciò con cui si esalta maggiormente sono le sfide, in particolare quelle impossibili, almeno all’apparenza.

Un trofeo europeo a Roma manca da 60 anni: chi se non José Mourinho può aiutare i giallorossi. Nella stagione scorsa si disputa la prima edizione di una nuova coppa europea: la Conference League. Occasione migliore non si potrebbe presentare davanti allo Special One: riportare ad una squadra una coppa europea che manca da più di mezzo secolo ed essere il 1° nella storia ad aggiudicarsi un trofeo. E così sarà: alla prima stagione di Roma Mou vince la Conference.

Nella stagione attualmente in corso, la sua 2° nella capitale, sta rispettando ciò che società e tifoseria si aspettavano: un ritorno in Champions. La Roma non la disputa dalla leggendaria edizione 2017/18, quella del 3-0 all’Olimpico inflitto al Barça. Attualmente si trova in 5° posizione, ad un solo punto dal Milan 2° e a pari punti con Lazio e Inter, in una delle corse Champions più accese degli ultimi anni. Vedremo se lo Special One saprà dimostrarsi Special anche in questo caso, riportando la Roma nell’Europa che conta.

 

Jose Mourinho (@Shutterstock)

 

Resoconto di una carriera incredibile ancora in evoluzione: GRAZIE MOU!

Come visto precedentemente, Mourinho è stato, è e probabilmente sarà per sempre, uno degli allenatori più vincenti e iconici di tutti i tempi. Per passare in rassegna tutto il suo palmarès ci vorrebbero anni, forse decenni. Basti pensare alla Champions con il Porto, al triplete con l’Inter, ai 4 premi di allenatore dell’anno ricevuti durante la sua carriera, alle 3 Premier League. Potremmo star qui ad elencare il resto dei trofei accumulati durante tutte le sue avventure, ma ci sembra riduttivo per descrivere ciò che è stato e sarà Mourinho.

Oltre ad allenatore, José va ricordato e ringraziato per la sua personalità (per certi tratti controversa ma iconica), per le emozioni regalate ai tifosi di tutta Europa e non solo, per l’aver spesso fatto scudo in conferenza stampa e per 1000 altri motivi. Ciò che ci limitiamo a dire sono 2 parole, con le quali cerchiamo di riassumere il sentimento di un popolo, di una nazione, dell’intera Europa per il portoghese: GRAZIE MOU!

Questo era il regalo di compleanno della redazione di NCC per uno dei più grandi allenatori di sempre. Se volete continuare a rimanere aggiornati su tutte le news che riguardano il mondo del calcio, continuate a seguire Nasce, Cresce, Calcia.

Di Alessandro Colepio, Federico Minelli e Giorgio Capoccello.

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Redazione NCI

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