di Alessandro Colepio
Il quotidiano inglese “The Telegraph” ha sganciato una bomba atomica sul mondo del calcio. Secondo quanto riportato, il progetto Superlega è pronto a ripresentarsi con forza davanti alla comunità calcistica europea.
Un progetto in pausa, ma non morto
L’idea ed il progetto non sono mai stati veramente accantonati, ma dopo l’abbandono di quasi tutti i club fondatori c’era stato un enorme rallentamento. I presidenti di Juventus, Real Madrid e Barcellona hanno continuato a lavorare in segreto, cercando di trovare una formula che riuscisse ad accontentare i tifosi, che con forza, si sono opposti al primo modello della nuova competizione.
Secondo la testata inglese, Andrea Agnelli, presidente del club bianconero, dovrebbe presentare il nuovo progetto della Superlega il prossimo giovedì, durante un summit sull’industria sportiva.
Superlega 2.0: cosa cambia?
Sempre secondo le anticipazioni di “The Telegraph“, i tre presidenti avrebbero fatto marcia indietro su alcuni punti chiave del progetto. La prima versione della competizione garantiva ad alcuni club la partecipazione alla manifestazione, eliminando così la meritocrazia del gioco; era proprio questo il dettaglio che ha contribuito a sollevare un’onda di sdegno negli appassionati.
Ora, invece, le cose potrebbero cambiare. Nessuno avrà più la sicurezza di partecipare: bisognerà qualificarsi nei rispettivi campionati nazionali, così come avviene per le competizioni UEFA. La Superlega, però, ha un enorme potenziale economico, come dimostrato dai numerosi investitori che hanno supportato il primo progetto. Ciò vuol dire che i club che parteciperanno già alla prima edizione, avranno un incredibile vantaggio finanziario sugli altri; inoltre, potrebbero accedere e arricchirsi anche squadre che vincono i campionati minori. L’idea di Agnelli e soci è infatti quella di creare squadre di livello, anche in campionati che non ne presentano.
Il bersaglio dell’attacco
Questa nuova proposta calcistica è nata innanzitutto per rovesciare la UEFA, dal momento che, secondo i fondatori del progetto, i top club non sono stati aiutati a ridurre i danni causati dalla pandemia. I club si sono ritrovati ad affrontare enormi problemi economici, a vendere pezzi importanti delle loro rose e a perdere competitività con chi, invece, i soldi li aveva.
Secondo i club fondatori della Superlega, questo sistema sarebbe profondamente ingiusto e legato ad interessi economici della UEFA. In particolare, i tre presidenti contestano la nomina di Nasser Al-Khelaifi, patron del PSG e della Qatari Sports Investement, al ruolo di guida dell’associazione dei club europei; secondo loro, la nomina sarebbe avvenuta senza alcun titolo di merito.
Rischiamo quindi di trovarci di fronte ad un nuovo scisma del calcio, con la differenza che stavolta Ceferin (il presidente della UEFA) non potrà appellarsi alla meritocrazia: ora saranno gli interessi economici a dettare il futuro dello sport che amiamo.
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di Alessandro Colepio
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