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“Streammare non è un lavoro”, parola di un Big!

di Redazione NCI

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Shroud, uno dei più grandi streamer del mondo, attivo per anni su Counter Stryke: GO, dichiara: “Lo streaming non è un lavoro”. Ma frenate i cavalli. Certe parole, è chiaro, vanno prese con le pinze.

Come molti probabilmente sapranno Shroud si è ritirato dalla sua carriera di giocatore professionista nel 2018. La scelta di abbandonare il mondo dell’agonismo videoludico è stata presa in conseguenza della sua entrata nello streaming “professionale”. Le virgolette per volontà, evidente, dello stesso streamer sono doverose.

Una fatale domanda

Durante una diretta di commentary su Valorant, alcuni utenti in chat hanno posto l’interrogativo. Non quello a cui tutti stiamo pensando, è stato chiesto semplicemente se avesse intenzione di far ritorno, un giorno o l’altro al pro playing. Non per forza come giocatore, anche come Coach o in qualsiasi altro ruolo volesse. La risposta non ha tardato ad arrivare.

Dopo aver negato persino la benché minima intenzione di voler tornare alla sua vita passata, lo streamer ha deciso di sbottonarsi in ardite considerazioni personali. Ardite certo, ma non diremmo assurde. Senza indugiare con inutili giri di parole Shroud ha manifestato tutta la sua avversione verso il mondo del lavoro.

 “You guys got to realize, I don’t like work. That’s why I stream”, per essere più chiari “Voi ragazzi dovete realizzare che a me lavorare non piace. Ecco perché streammo!” Raccogliendo sincerità e spontaneità a piene mani, lo streamer canadese ci ha aperto il suo cuore e vi ha sussurrato ciò che tutti pensano ma, soprattutto, ciò che tutti vorrebbero realizzare. Rinunciare non solo ad un lavoro considerato tedioso, che ci soffoca e ci opprime, ma rinunciare allo stesso concetto di lavoro. Vivere una vita liberi.

streammare

Streammare è un lavoro?

La domanda, nonostante le chiarissime premesse, resta ed è lecito che resti. È o non è un lavoro streammare? Una pronta, e perentoria, risposta ce la fornisce lo stesso Shroud. “Streaming is work? No, it’s not fuc*ing work—it’s a god damn joke. Look, I’m sitting here doing nothing. I’m literally doing nothing.” Ovvero: “Streammare è un lavoro? No caz*o! Non è un lavoro! È un maledetto scherzo. Guardate, me ne sto seduto qui senza fare niente. Non sto letteralmente facendo nulla.” Sarebbe davvero difficile cercare di essere più chiari di così. Più che un’opinione risulta essere una sentenza, ma resterà senza appello?

Dichiarazioni del genere non sono mai destinate a scavare un buco nell’acqua. Spesso ci si domanda se un albero che cade in una foresta deserta produca effettivamente rumore. Quest’albero però non è caduto in mezzo al nulla, certe dichiarazioni di solito alzano polveroni, accendono fuochi e infiammano polemiche. Non dobbiamo nemmeno tralasciare la bocca da cui sono state pronunciate queste, taglienti, dichiarazioni. Shroud non è l’ultimo arrivato, stiamo parlando di una autentico gigante nel panorama internazionale di Twitch.

shroud

In Italia streammare è tabù

Lo sappiamo bene, i pregi del Bel Paese sono innumerevoli. Arte, cultura, cucina e bellezza ci deliziano in ogni momento della nostra vita. Ma proprio come l’arte e la cultura, così l’ignoranza e la grettezza di troppe bocche del nostro paese ci attanagliano. Viviamo in un paese tremendamente litigioso, dichiarazioni del genere se fossero nate qui da noi… Sappiamo bene tutti quanti come sarebbero andate a finire! Una immensa crociata si sarebbe scatenata, una guerra santa mossa contro tutto il mondo del gaming, fatta e voluta da certa stampa mainstream che vede il marcio in tutto ciò che non comprende. Per ora regna ancora la pace, ma siamo sicuri che certe opinioni sono destinate a fare scalpore. Ma poi, Streammare è un lavoro o no? Ai posteri l’ardua sentenza.

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di Vincenzo Del Bello

 

 

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