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Stranger Things 4 – Volume 1, la recensione: bentornati nel Sottosopra!

Il 27 maggio è arrivato su Netflix il primo volume dell’attesissima quarta stagione di Stranger Things. Questa prima parte è composta da 7 episodi mentre la seconda parte, composta da sole due puntate, arriverà l’1 Luglio. Nel cast ritroviamo Mille Bobbie Brown, David Harbour, Winona Ryder, Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Noah Schnapp e Sadie Sink a riprendere i loro rispettivi ruoli. Senza perderci in ulteriori chiacchere, ecco a voi la recensione di Stranger Things 4!

Un gruppo diviso

Dopo un piccolo flashback su Undici (già pubblicato nelle scorse settimane su Youtube), la storia riprende sei mesi dopo rispetto a dove avevamo lasciato i nostri protagonisti. Abbiamo quindi il gruppo rimasto ad Hawkins (Lucas, Dustin, Max, Robin, Steve, Nancy e Mike) ed il gruppo che si è spostato in California (Joyce, Will, Jonathan e Undici). Nonostante siano passati 6 mesi dalla battaglia dello Starcour Mall, alcuni di loro non sembrano essersi ripresi. Undici non ha ancora riacquisito i suoi poteri; Max è traumatizzata dalla morte del fratello; le coppie Nancy-Jonathan e Mike-Undici iniziano a risentire della distanza. In tutto questo un nuovo pericolo è tornato a terrorizzare la piccola cittadina di Hawkins, e ovviamente arriva dal Sottosopra. Le indagini per capire chi sia questa nuova minaccia e la missione per far riprendere i poteri ad Undici saranno le 2 colonne portanti per la trama di questi 7 episodi.

 

Maturano i protagonisti, ed anche Stranger Things

Oltre ad una maturazione dei protagonisti, anche l’ambientazione generale assume temi più cupi. Da un lato abbiamo il solito gruppo dei ragazzi che si ritrova ad affrontare il liceo o, per i più grandi, il lavoro. Insieme a loro anche le tematiche cambiano. Infatti questa quarta stagione è la più cupa di tutte, con argomenti (ma anche inquadrature) che richiamano quelle classiche dei film horror, anni ’80 in questo caso. Sono numerosi i riferimenti a cult del genere horror come Freddy Kruger. Oltre a questo, sembra che Netflix abbia permesso ai fratelli Duffer di osare di più anche sulla violenza mostrata a schermo. Non è per niente raro vedere del sangue, braccia rotte o la morte, molto spesso cruenta, di molte delle vittime.

I protagonisti, seppur maturati, rimangono sempre quelli a cui ci siamo affezionati. Forse l’unico che si distacca un po’ inizialmente è Lucas, che tenta di avere un ruolo diverso all’interno della scuola. Buone anche le nuove aggiunte. Molte non durano a lungo, ma tutti quelli che restano sono personaggi validi, che vanno ad aggiungere un qualcosa di più ad un gruppo che nonostante tutto non aveva bisogno di essere modificato.

Stranger Things: miglioramenti dal punto di vista tecnico

Saranno passati solo 3 anni dall’ultima stagione, ma gli effetti speciali (e non solo) sono nettamente migliorati. In tutti i casi la CGI non sembra mai troppo finta, nonostante gli episodi siano molti e tutti sopra l’ora. Il design del Villain, anche se non originalissimo, è ben realizzato. Allo stesso modo sono convincenti le scene ambientate nel Sottosopra, che viene anche mostrato per più tempo rispetto alle stagioni precedenti. Le musiche, che sono sempre state uno dei punti di forza di Stranger Things, si confermano tali, con un’ottima scelta dei brani non originali utilizzati. Musica che ha anche un ruolo fondamentale alla trama, dato che sembra essere una delle armi contro il nuovo nemico. Una nota di merito va in particolare ad una scena con protagonista Max nell’episodio 4. Qui le musiche, gli effetti speciali e la prova attoriale di Sadie Sink sono coordinate alla perfezione regalando una delle migliori scene di tutta la serie. Anche le prove attoriali di tutti gli altri membri del cast sono buone e sicuramente migliorate rispetto alle precedenti stagioni. Questo va a sfavore a chi guarda la serie in italiano, dato che il doppiaggio in questo caso non è sempre all’altezza dell’originale.

 

Stranger Things e la dualità degli archi narrativi

Avendo questa doppia trama (da un lato la ricerca di Vecna, il nuovo nemico, e dall’altro i poteri di Undici), risulta ovvio che anche i vari gruppi seguano strade differenti. Se tutta la parte legata al villain è molto interessante e tiene legati allo schermo, non si può dire lo stesso per l’arco narrativo di Undici, almeno in parte. Infatti molte delle scene con la ragazza, specialmente all’inizio, sono tanto lente da spingere quasi a saltarle. Fortunatamente, la sua linea narrativa si riprende negli ultimi episodi, grazie anche alla “fusione” con quella di Vecna. Questa unione dei due archi narrativi è tra l’altro il punto di svolta della serie, gettando benzina sul fuoco per quello che verrà negli ultimi 2 episodi.

Gradite sono le menzioni che si fanno alle stagioni precedenti, che rendono la serie coesa e mostrano che molti dei pericoli o delle situazioni avute in passato potrebbero tornare da un momento all’altro.

Considerazioni finali

Stranger Things 4 fa quasi ritornare la serie al vecchio splendore della prima stagione, mantenendo però dei difetti che non possono essere tralasciati. La troppa durata degli episodi, combinata alla lentezza di alcuni archi narrativi, rende noiosi parecchi episodi centrali. Fortunatamente una sceneggiatura solida, un bel design e una bella qualità tecnica portano questa quarta stagione di Stranger Things ad essere uno dei migliori prodotti del 2022. Tra le varie stagioni, questa si posiziona tranquillamente al di sopra della 2 e della 3, ma purtroppo non raggiunge il livello della prima, mitica, stagione.

Pro

  • Sceneggiatura
  • Musiche
  • Design e CGI
  • Scrittura dei personaggi
  • Plot twist

Contro

  • Alcune parti troppo lente e noiose
  • Lunghezza di alcuni episodi

Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuta questa nuova stagione? Fatecelo sapere sui nostri social! Noi ci rivediamo con la recensione del Volume 2! Per essere sempre aggiornati su altre news sul mondo del cinema, continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Streamma.

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Andrea Antinori

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