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Storia di una gamer: l’esperienza di una ragazza nel mondo del gaming

di Alessandra Santoni

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Sappiamo bene quanto il mondo del gaming sia stupendo: ci può trascinare in emozioni inaspettate e in avventure magiche. Ma sappiamo altrettanto bene che può essere anche un qualcosa che ti può far soffrire, specialmente quando si frequentano le community online. Ecco perché oggi voglio raccontarvi la mia esperienza da gamer.

La mia esperienza

Vivo il mondo del gaming da quando ero piccola, grazie ai miei genitori che mi hanno avvicinata a questo mondo facendomi innamorare della console. Ricordo fin troppo bene gli sguardi di disprezzo e la solita frase ormai di routine “ma sono cose da maschi, sei un maschiaccio, non sei in grado”. Era una consuetudine con i compagni di elementari e medie. Mi hanno fatta sentire quella diversa, sbagliata. Ma per quanto potessi essere fuori dal mondo o un pesce fuor d’acqua, non mi sono mai ritenuta tale.

Hanno provato giorno dopo giorno ad intaccarmi e a distruggere la mia corazza, ma, per rimanere in tema, hanno solo aggiunto perk alla mia build! Ho sempre visto il gaming come la mia comfort zone. Il mio rifugio sicuro nei momenti bui, l’unica cosa che rimaneva al suo posto anche quando tutto crollava. Molte persone giudicano male l’essere una gamer, specialmente se femmina, perché lo vedono come uno spreco di tempo, come non viversi e godersi pienamente la vita. Ma non sanno cosa si perdono realmente.

Essere una ragazza gamer non significa rinunciare alla propria femminilità o alla propria vita personale, ma significa vivere un mondo considerato “diverso” che alla fine non lo è per niente. Questo mondo mi ha aperto a nuove amicizie: ho incontrato diversi amici che mi sostengono anche nella vita di tutti i giorni, oltre ad essere buoni compagni di gioco. Sempre grazie al mondo del gaming ho incontrato la persona che amo.

Sono state tutte queste piccole grandi cose che hanno reso quel mondo ancora più vivibile.

Esperienza nel gaming online

 

apex legends

 

Durante la pandemia ho deciso di iniziare a giocare online, quando l’esigenza di sentire qualcuno più vicino, era più forte di prima. Ho deciso di iniziare a giocare ad Apex Legends, che tutt’ora continua ad essere il gioco che più amo. Ho passato intere partite a subirmi insulti di genere, talvolta anche a sfondo sessuale, sia scritti che a voce, perché per molti una ragazza non è in grado di giocare ad uno sparatutto né tantomeno può avere statistiche migliori di un ragazzo. Mi sono rassegnata all’idea di non parlare più, benché, fra tutto il marcio che c’era, ci fosse qualche buona anima.

Perché alla fine il vero errore è addossare la colpa al gioco: la colpa è di chi lo popola. Quindi ho ripreso a parlare, ho continuato a giocare con il mio gruppetto, perché alla fine era uno sbaglio chiudersi. Ed è stata la scelta migliore che potessi fare.

Conclusioni finali

Arrendersi o rinunciare a ciò che ci piace, perché le persone parlano senza cognizione di causa e tatto, non ha senso. Sarebbe stata una vittoria per tutti coloro che mi hanno sempre criticata. Non importa il vostro genere, le persone vorranno sempre criticarvi. Quindi fregatevene e fate quello che vi fa stare bene, anche se questo significa giocare invece che avere altri passatempi.

Adesso il mondo femminile nel gaming sta avanzando sempre di più, sia grazie ad una maggiore integrazione, sia grazie anche alle case videoludiche. Il consiglio che do a tutte coloro che si nascondono dietro nickname maschili, distorsori vocali o qualsiasi altra cosa, è di fregarsene di ciò che dicono e di continuare a coltivare la vostra passione.

Nessuno deve fermarvi.

Voi cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza? Fateci sapere la vostra nei commenti e rimanete aggiornati sul nostro sito.

 

 

 

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