Castigo (@Shutterstock)
Da piccoli tutti abbiamo commesso qualche ragazzata, e la preoccupazione maggiore era quella di non farci scoprire da nostri genitori. Nonostante l’impegno però, puntualmente, finivamo in castigo. Ma gli anni passano e presto potrebbe cambiare tutto; infatti, le punizioni per i bambini da parte dei genitori potrebbero scomparire definitivamente…
Stando a quanto riportato dal quotidiano francese “Le Figaro“, le punizioni nei confronti dei figli sarebbero ormai considerate “obsolete” dall’Europa. Considerate in passato un pilastro dell’educazione e consigliate a tutti i genitori, nel 2008 il Consiglio d’Europa le ha addirittura inserite nel cosiddetto “opuscolo del buon genitore”, che recita:
“Dobbiamo reagire a comportamenti scorretti con spiegazioni e in modo non aggressivo, con punizioni come time out, riparazione dei danni o detrazione della paghetta”.
A supporto di quanto affermato dal quotidiano francese ci sarebbe una email di Regina Jensdottir, direttrice della Divisione per i diritti del bambino del Consiglio d’Europa, in cui definiva il castigo ormai datato. Inoltre, il Consiglio starebbe considerando anche di modificare l’opuscolo ancora online, eliminando la punizione dai suggerimenti per un buon genitore.
Non sono poi mancate le reazioni sulla possibile presa di posizione del Consiglio d’Europa. StopVEO (violenza educativa ordinaria) è una delle associazioni che più sta spingendo per eliminare il castigo, considerato inutile per risolvere i problemi dei figli. Questa, con un comunicato sul proprio sito, ha spiegato:
“Segnaliamo che molti genitori fanno riferimento a questa soluzione per risolvere i problemi. Speriamo che l’abolizione venga spiegata dalla pedagogia e soprattutto sostituita da suggerimenti per misure meno violente. La raccomandazione resta che, se la tensione sale, è meglio che il bambino pianga da solo e vada a calmarsi piuttosto che peggiorare le cose”.
Arrivano però pareri discordanti dagli esperti. Benjamin Sadoun, psichiatra infantile, non è d’accordo con la possibilità, e al quotidiano francese ha dichiarato:
“In fondo mi sembra un rigore moderato. Poi bisogna capire i motivi per cui il bambino è costretto ad andare nella sua stanza”.
Di opinione diversa, invece, è la pedagogista Elena Ravazzolo, che ha spiegato:
“Serve un approccio educativo diverso, un cambio di pensiero che si sostituisca alle punizioni. Anticipare sempre le criticità, per non arrivare mai a un punto di rottura. Le punizioni sono inutili, se non per mettere i ragazzi nelle condizioni di essere più intelligenti la prossima volta”.
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