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Spazio: rilevati segnali radio da un pianeta a 12 anni luce dalla Terra, è abitabile?

Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo nell’universo. Data la sua immensità, appare del tutto naturale pensare all’esistenza di altre forme di vita oltre a quelle terrestri. Gli scienziati sono da anni alla ricerca di indizi, segnali di qualsiasi tipo, che ci conducano agli “alieni”. Negli ultimi giorni dei segnali rilevati dallo spazio più profondo, se confermati, porterebbero ad una clamorosa scoperta.

Spazio: alla scoperta di YZ Ceti b

Come riporta lo studio su Nature Astronomy, dei ricercatori della National Science Foundation (NSF),  hanno rilevato e osservato dei segnali radio provenienti da un pianeta distante 12 anni luce dalla Terra. Gli autori degli studi, Sebastian Pineda e Jackie Villadsen, hanno utilizzato il Karl G. Jansky Very Large Array, un radiotelescopio gestito dal National Radio Astronomy Observatory.

L’esopianeta, chiamato YZ Ceti b, è un roccioso corpo celeste che ruota intorno alla 21° stella più vicina al nostro sistema solare, YZ Ceti, a “soli” 12 anni luce di distanza. Di dimensioni simili alla Terra, gli autori dello studio sostengono che il pianeta abbia un proprio campo magnetico. L’ipotesi, se confermata, potrebbe avere risvolti eccezionali.

L’importanza dei campi magnetici

A spiegarci l’importanza della scoperta ci ha pensato Joe Pesce, direttore del programma per il National Radio Astronomy Observatory: “Questa ricerca mostra non solo che questo particolare esopianeta roccioso ha probabilmente un campo magnetico, ma fornisce un metodo promettente per trovarne di più”. Ricordiamo che il campo magnetico svolge un lavoro di fondamentale importanza per il nostro pianeta. Si occupa di preservare lo strato di atmosfera che sostiene la vita, proteggendoci dalle particelle di alta energia e dal plasma espulso regolarmente dal Sole.

La vicinanza di YZ Ceti b alla sua stella avrebbe portato alla rilevazione del segnale, generato probabilmente dallo scontro delle emissioni di energia dell’astro con il campo magnetico del pianeta. Proprio questa vicinanza però potrebbe complicarne le condizioni atmosferiche, rendendone difficile l’abitabilità.

I due corpi celesti comunque rappresentano per gli scienziati un ottimo metodo di studio e osservazione per altri casi simili in futuro. Nel frattempo rimaniamo in attesa di ulteriori novità e conferme sullo studio, perché la ricerca di altri pianeti non si ferma mai.

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davide gerace

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