di Alessandro Colepio

Abraham e Belotti, la coppia problematica di centravanti giallorossi

La quarta posizione (non per importanza) di questa lista se la aggiudicano ex aequo i due centravanti della Roma, Tammy Abraham e Andrea Belotti.

I motivi per cui entrambi condividono questa posizione sono diversi, ma molto evidenti. Partendo dall’inglese, che per minutaggio è stato il titolare, in 38 partite di campionato (di cui il 63% partendo dall’inizio) ha messo a segno 8 gol. Una media già molto bassa, peggiorata ancora dallo scarso rendimento in fase di possesso e dalle difficoltà di immedesimarsi nel gioco coi compagni.

Il suo collega di reparto, d’altro lato, sembra aver avuto una stagione perfettamente speculare. 32 partite in Serie A, entrando spesso a gara in corso: tanta grinta, spirito di sacrificio, voglia di lottare e… zero gol segnati in campionato. Troppo, troppo poco per una coppia di attaccanti da cui tutti si aspettavano francamente di più, Mourinho compreso.

Tammy Abraham (@Shutter Stock)

Andrea Pinamonti, annata infelice in Emilia

Passiamo adesso alle squadre di media classifica e fermiamoci in casa Sassuolo. I neroverdi hanno scoperto tanti talenti nascosti quest’anno, Laurienté su tutti, ma c’è anche qualcuno che poteva e doveva francamente fare di più.

Andrea Pinamonti arrivava alla corte di Dionisi dopo una buona stagione all’Empoli, la prima stagione di successo fra i grandi. I passaggio al calcio offensivo del Sassuolo avrebbe dovuto favorire il centravanti ex Inter, che invece si è dimostrato parecchio avaro di gol. Solo 5 realizzazioni in 32 partite al centro dell’attacco neroverde, di cui più della metà da titolare.

La carenza di gol e le prestazioni altalenanti hanno convinto il tecnico a puntare su Defrel per il finale di stagione, che nonostante la scarsa vena realizzativa offriva sicuramente più aiuto in fase di possesso. Per Pinamonti si tratta di una stagione da dimenticare in fretta: il classe ’99 ha sicuramente il tempo dalla sua, anche se per ora non è mai riuscito ad andare oltre l’etichetta di wonder boy che portava alle giovanili.

Divock Origi, il mancato centravanti del Milan per questa Serie A

Chiudiamo infine col Milan, che torna protagonista in questa lista grazie all’altro acquisto flop dell’estate: Divock Origi. Il centravanti belga è arrivato in estate a Milano dopo essersi liberato a parametro zero dal Liverpool, circondato ancora da quell’atmosfera mistica di chi lo aveva visto giocare solo nella semifinale e nella finale della Champions League 2019, quando risultò decisivo per i Reds.

Origi non è mai stato un bomber continuo e non è mai stato il perno fondamentale della squadra per cui ha giocato, ma da qui a raccogliere solo due gol in 27 presenze c’è una gran differenza. C’è sicuramente da dire che i minuti a disposizione sono stati molto pochi, ma parimenti bisogna ricordare che tutti in estate lo davano per il perfetto rimpiazzo di Giroud e che alla fine è finito ad essere il panchinaro di Leao.

L’allenatore non è riuscito a calarlo nel contesto rossonero, lui stesso non è stato capace di ricucirsi un ruolo all’interno della squadra. Nella sua stagione non c’è nulla di indimenticabile, e forse i suoi momenti migliori sono stati il gol al Sassuolo nella disfatta di San Siro e l’ingresso in campo col Tottenham in Champions League.

Adesso il Milan si trova comunque con la necessità di un attaccante, con Origi ancora in rosa e coi suoi 4 milioni di euro all’anno ancora iscritti a bilancio. Il matrimonio fra il centravanti belga e il Milan non è andato, almeno per ora, come i tifosi speravano: il futuro di Origi è più che mai un mistero, con la permanenza a Milano che non sembra più così scontata.

Divock Origi (@Shutterstock)

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