di Angelo Di Sebastiano
Una storia che ha dell’incredibile quella che attraversa gli anni e lega un padre e un figlio appassionati di auto, con il Cavallino di Maranello. 37 anni fa spedirono una lettera a Enzo Ferrari, e qualche mese fa quel bambino ormai cresciuto è stato invitato proprio dalla Ferrari.
L’amore per la Ferrari che attraversa gli anni
Ansa riporta la storia di David, che oggi ha 44 anni, e suo padre Diego di 79 anni, originari di San Giacomo di Laives. 37 anni fa, dopo un duro lavoro di sette mesi in garage, Diego era riuscito a costruire a David un modello in scala della Ferrari da Formula 1, con cambio manuale e motore a scoppio. L’auto era super dettagliata, di colore rosso e con il numero 27 in bianco sopra. Solo che per completare la livrea mancavano degli adesivi particolari che in commercio non si trovavano. Fu così che il piccolo David, con l’aiuto del padre, scrisse a Enzo Ferrari per chiedere quegli adesivi per completare il lavoro, e magari anche di fare un giro per le fabbriche, se possibile. Passano i giorni, i mesi e gli anni, e di risposte non se ne vede neanche l’ombra, tanto che la lettera finisce dimenticata da padre e figlio.
Tuttavia, lo scorso settembre, a sorpresa, viene recapitata una lettera a David, ormai ingegnere civile in una multinazionale, dai vertici Ferrari, che invitavano David e il padre Diego a Maranello. Il programma era unico: hotel di lusso, ristoranti famosi, visita delle fabbriche e incontro con dei dirigenti dell’azienda. Tutti gli spostamenti sarebbero avvenuti ovviamente a bordo di una Ferrari.
Ferrari (@Shutterstock)
Come mai 37 anni dopo?
Ebbene gli archivi di Maranello sono pieni di lettere, divise per anno, spedite dai fan. La Ferrari aveva deciso di girare un filmato promozionale invitando tre ex bambini, scelti proprio dall’annata ’85, per raccontare la loro storia e amore per il Cavallino. In visita a Maranello David ha anche scoperto che Enzo Ferrari non aveva ignorato la sua lettera, e anzi aveva risposto come faceva con tutte le lettere che riceveva; ma purtroppo per inconvenienti ignoti, la lettera non arrivò mai in Alto Adige. Una storia che, anche se con un po’ di ritardo, si conclude con il migliore dei finali.
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