Con i suoi 200 chili di peso e 8 metri di lunghezza, il “Northern Green Anaconda” strappa il titolo di serpente più lungo al mondo, fino ad ora detenuto dall’Anaconda gigante. A rivelare questa notizia un paper pubblicato il 16 febbraio su “Diversity“, il quale segna la parola fine a una lunga ricerca iniziata nel lontano 2007.
Jesus Rivas, professore di Biologia presso il New Mexico Highlands University, è il principale autore dello studio, nonché il ricercatore che da almeno il 2007 era impegnato, insieme alla moglie Sarah Corey-Rivas, nell’individuare nuove specie di anaconda, in particolare di anaconda verde (o gigante):
“Sarah e io abbiamo iniziato a lavorarci nel 2007, quando abbiamo notato una grande differenza genetica tra i campioni venezuelani e alcuni campioni del Perù. Poi abbiamo iniziato il processo di raccolta di campioni e collaboratori in tutto il Sud America e oltre, per completare il mosaico di campioni che ci ha permesso di mettere insieme lo studio.
Ho lavorato in diversi Paesi con vari colleghi per raccogliere i campioni e Sarah ha fatto la maggior parte del lavoro pesante, sequenziando i geni e facendo l’analisi filogenetica. Ho studiato gli anaconda per 32 anni, quindi mi chiedo quante altre specie ci siano di cui non siamo a conoscenza”.
Il biologo e presentatore televisivo Freek Vonk, nonché uno degli autori dello studio, ha testimoniato in diretta TV il contatto con questa specie, mettendo in luce la sua enorme longitudine e grandezza; la testa, infatti, è assolutamente paragonabile a quella di un essere umano. Si tratta di un animale prevalentemente marino e che, per via della differenza genetica del 5,5%, si distingue dall’anaconda verde:
“Anche se a prima vista sembrano quasi identici, la differenza genetica tra i due è del 5,5% ed è enorme. Per metterlo in prospettiva, gli esseri umani e gli scimpanzé differiscono geneticamente tra loro solo del 2% circa”.
Per questo motivo è stato affibbiato un nuovo nome a questa specie, quello di “Eunectes akayima” o “Northern green anaconda“. Sfortunatamente si tratta di una specie a rischio, a causa dell’eccessiva pressione di matrice antropica nella regione amazzonica che andrebbe ad intaccare il suo habitat naturale:
“La regione amazzonica è sottoposta a forti pressioni a causa dei cambiamenti climatici e della continua deforestazione. Più di un quinto dell’Amazzonia è già scomparso, una superficie pari a più di 30 volte quella dei Paesi Bassi. La sopravvivenza di questi iconici serpenti giganti è inestricabilmente legata alla protezione del loro habitat naturale”.
Fonti: Freek Vonk; Daily Mail; Diversity
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