di Federica Caiafa
L’Italia potrebbe diventare la protagonista assoluta del progetto dell’Einstein Telescope. Non solo, infatti, l’idea di costruire il più potente cacciatore di onde gravitazionali mai costruito è stata proposta dal Bel Paese tra il 2007 e il 2009, ma quanto progettato potrebbe essere realizzato proprio sul territorio italiano: il Governo ha ufficialmente candidato Sos Enattos, vicino Lula, in Sardegna, come zona per costruire il telescopio.
Einstein Telescope, il Governo presenta la candidatura ufficiale dell’Italia
Il Governo il 6 giugno ha ufficialmente proposto la zona Sos Enattos, in Sardegna, per la costruzione dell’Einstein Telescope. La presentazione della candidatura è avvenuta con un annuncio della Premier Meloni, nella sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, a Roma. All’evento hanno partecipato anche il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, i Ministri dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Nobel Giorgio Parisi e il governatore della Sardegna, Christian Solinas, che ha offerto il sostegno della Regione.
La Presidente dei Ministri ha affermato con forza l’interesse del Paese al progetto: “Volevo offrire con la mia presenza l’attenzione, la volontà, la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope, volevo che questa volontà fosse chiara. Il simbolo di questa candidatura è il simbolo di un’Italia che vuole guardare verso l’alto“.
Parisi, invece, si è occupato del lato scientifico della questione. Il premio Nobel ha innanzitutto ribadito l’eccellenza della infrastruttura che si vuole costruire, esponendo l’importanza che il più potente cacciatore di onde gravitazionali mai costruito rivestirebbe: “Ci darà informazioni fondamentali per la nostra conoscenza fisica e astrofisica dell’universo. Ci permetterà di capire come si è sviluppato il mondo che noi conosciamo: osserveremo le onde gravitazionali prodotte miliardi di anni fa“.
Si tratta cioè di uno strumento che studierà l’universo con le onde gravitazionali, portandoci indietro nel tempo, fino a 13 miliardi di anni fa. Realizzare tale progetto sul territorio italiano sarebbe quindi sicuramente motivo di prestigio, ma le motivazione che hanno spinto il Governo a “sfidare” l’Olanda sono anche altre.
L’E.T. Project è ormai nella fase di preparazione: perchè il Governo vuole che si realizzi in Italia
La costruzione di questo telescopio è l’obiettivo di un progetto avviato nel 2008, organizzato in forma di consorzio alla guida del quale vi sono l’Italia e i Paesi Bassi, ma che gode del sostegno politico di Belgio, Polonia e Spagna. Inoltre il progetto vede coinvolte più 1.400 persone (ricercatori, ingegneri, tecnici, etc…), provenienti da 23 nazioni, Europee e non. È frutto, quindi, di una vera e propria collaborazione scientifica internazionale.
In totale si calcola che per realizzare tale telescopio dovranno essere investiti 1,9 miliardi di euro. I primi 50 milioni, infatti, sono stati spesi per realizzare il progetto, fino al 2017. Adesso ci troviamo nella fase di preparazione, che durerà fino al 2027 e si ritiene avrà un costo di 171 milioni; seguirà poi la fase di implementazione, che si svolgerà fino al 2035 ed avrà un costo di 1,7 miliardi di euro. Infine avremo la fase di attività dell’infrastruttura, per un periodo di 4 anni (dal 2034 al 2038) dove verranno spesi 37 milioni di euro all’anno.
La divisione dei costi avverrà in questo modo: 900 milioni saranno a carico del Paese ospitante e il resto sarà diviso tra i Paesi aderenti al consorzio. Con la realizzazione del progetto sul territorio italiano, però, si prevedono ricadute di 6 miliardi nei nove anni previsti per la costruzione. Ogni euro investito determinerebbe un giro d’affari di 3,6 euro e un incremento Pil pari a 1,6 euro per la Sardegna.
L’altra area candidata ad ospitare il progetto è Limburg, in Olanda, al confine con Belgio e Germania. Il consorzio dovrà quindi scegliere, non prima della fine del 2024, tra tale area e Sos Enattos, e non sarà facile per l’Italia vincere questa sfida.
Ciò che fa ben sperare, però, è che Lula è un ottimo posto per la costruzione del telescopio. L’area della ex miniera potrebbe essere il luogo ideale, a causa del basso rumore sismico. La Sardegna, infatti, non è connessa alle zone tettoniche più attive e non è quindi interessata a fenomeni rilevanti di sismicità. Ha oggi difatti spiegato Parisi: «Il sito di Lula è la scelta migliore. [Ciò è dovuto alle] poche vibrazioni grazie al granito, assenza di carico antropico e silenzio».
Per altre news di attualità da tutto il mondo continuate a seguirci su Nasce, Cresce, Ignora.
Vi potrebbero interessare anche:
- Marte, decriptato il messaggio proveniente dal pianeta rosso
- Spazio: uno studio rivela milioni di pianeti “abitabili” nella Via Lattea
© RIPRODUZIONE RISERVATA