di Enrico Tiberio Romano
Il mondo della scienza non smette mai di stupirci ed è questo il caso dell’ultima invenzione pronta ad aiutarci per salvare l’ambiente. A margine di un progressivo sviluppo e di anni di sperimentazioni arriva infatti il primo seme-robot del mondo che cambia forma con l’umidità e non ha bisogno di batterie.
Cos’è e come funziona il seme-robot?
L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha realizzato nell’ambito del progetto europeo I-Seed il primo robot-seme al servizio dell’ambiente e con caratteristiche davvero uniche. Lo studio che conquista la prima pagina di Advanced Science, rivista molto nota nell’ambito scientifico, spiega come il seme potrà essere utilizzato per controllare se nel suolo siano presenti inquinanti come il mercurio, o per misurare la qualità dell’aria, dai livelli di CO2 a temperatura e umidità.
L’ispirazione del progetto si deve ai semi del geranio sudafricano Pelargonium appendiculatum, che in particolari condizioni ambientali, si distaccano dalla pianta, mutano forma e penetrano nel suolo, aumentando così le possibilità di germinazione. In natura ciò è possibile grazie alla capacità di questi semi di sfruttare tessuti morti a base di cellulosa privi di metabolismo, che riescono a deformarsi utilizzando esclusivamente le variazioni di umidità ambientale.
Barbara Mazzolai, direttore associato per la robotica dell’IIT ha spiegato: “con questa ricerca abbiamo ulteriormente dimostrato che è possibile realizzare soluzioni innovative che non solo abbiano l’obiettivo di monitorare lo stato di benessere del nostro pianeta, ma che lo facciano senza alterarlo”. Questi robot infatti potranno essere utilizzati come strumenti wireless e senza batteria utili a monitorare il suolo e l’ambiente, sono anche a basso costo e potranno raggiungere aree remote dove non sono disponibili dati di monitoraggio.
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