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Scandalo Barcellona: versati 1,3 milioni di euro al vicepresidente del comitato tecnico degli arbitri?

di Federico Minelli

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Nuova bufera a Barcellona. Nel giorno dei preliminari di Europa League contro lo United, l’attenzione si sposta fuori dal campo. Nella giornata di ieri la radio catalana Cadena SER e il quotidiano AS hanno rivelato che i blaugrana avrebbero versato denaro a un ex arbitro, allora vicepresidente del comitato arbitrale spagnolo. Vediamo nel dettaglio quello che è stato ricostruito.

Un controllo del fisco a sollevare il tutto

Tramite un accertamento del fisco spagnolo si è rivelato il tutto, a partire da delle fatture emesse dalla società Dasnil 95. L’unico socio di questa società è José Maria Enriquez Negreira, ex arbitro in Liga e poi vicepresidente dei fischietti spagnoli. Secondo quanto emerso, Dasnil 95 avrebbe incassato dal Barcellona 532.728 euro nel 2016, 541.752 nel 2017 e 318.200 nel 2018.

Nel corso di tre anni, questa società avrebbe dunque ricevuto dai blaugrana una somma superiore agli 1,3 milioni di euro. Gli investigatori si sono insospettiti e, secondo la loro teoria, “il Barcellona voleva assicurarsi che non fossero prese da parte degli arbitri decisioni sfavorevoli, o altresì che tutto fosse neutrale”.

 

Barcellona

Barcellona (@Shutterstock)

Barcellona, la difesa affidata a un comunicato

Sempre secondo le indagini del fisco riportate dalle testate spagnole, le fatture sono state emesse dal club blaugrana quando ancora c’era Bartomeu in presidenza; il tutto, però, andava avanti dal 2009, tanto che pare che la pratica fosse già diffusa da quando Laporta era presidente. Nel 2018 il servizio fu cessato perché Negreira smise di lavorare per il comitato.

Il Barcellona ha rilasciato un comunicato in cui minaccia azioni legali e querele per chiunque utilizzi queste informazioni a scopo diffamatorio. Sull’altra sponda, la Federcalcio spagnola ha preso le distanze dalle azioni di Negreira e ha assicurato che nessuno dei suoi tesserati può compiere azioni che generino conflitti d’interessi, mettendosi comunque a disposizione della legge e della giustizia.

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