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Brasile, tolgono il cellulare al figlio 16enne e lui li uccide

di Francesco Gervasio

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Un ragazzo di 16 anni a San Paolo ha confessato di aver ucciso i suoi genitori e la sorella adottiva dopo essere stato punito con il ritiro del cellulare e del computer. Il giovane ha descritto un rapporto conflittuale con i genitori adottivi. Il caso ha sollevato interrogativi sulla problematica giovanile e familiare. Gli investigatori stanno cercando di comprendere le motivazioni dietro l’atto.

La strage a San Paolo

A San Paolo, Brasile, un ragazzo di 16 anni è stato arrestato dopo aver confessato di aver ucciso i suoi genitori e la sorella adottiva. Il giovane ha spiegato di essere stato preso da un raptus omicida dopo che gli erano stati sottratti il cellulare e il computer, che gli erano stati tolti come punizione. È stato lo stesso 16enne a chiamare la polizia, raccontando di aver usato la pistola del padre, che lavorava come guardia municipale.

Le indagini hanno rivelato che il ragazzo aveva un rapporto molto conflittuale con i genitori adottivi. Secondo TGCOM24, il ragazzo ha detto che i genitori lo accusavano frequentemente di essere un nullafacente e lo avevano punito togliendogli il cellulare e il computer, impedendogli così di tenere una presentazione scolastica. Questo episodio avrebbe scatenato la furia omicida del giovane.

Dopo aver compiuto il terribile gesto, il ragazzo ha agito come se nulla fosse accaduto: si è recato in cucina, ha pranzato tranquillamente e poi è andato in palestra. I tre corpi senza vita sono stati scoperti successivamente, già in stato di decomposizione, nell’abitazione della famiglia situata nel quartiere di Vila Jaguara.

Il caso ha suscitato grande sconcerto e tristezza nella comunità locale, sollevando interrogativi sul disagio giovanile. Gli inquirenti stanno proseguendo le indagini per ricostruire con precisione gli eventi. Così da comprendere appieno le motivazioni che hanno spinto il giovane a commettere un atto così atroce.

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