Lunedì scorso l’FSB, i servizi segreti russi, con una nota ufficiale hanno comunicato di aver sventato un’importante mossa terroristica. Tra le righe si accusano i servizi segreti ucraini di aver tentato l’omicidio di un importante conduttore televisivo russo filo-putiniano. A testimonianza di ciò si allega una foto con il materiale sequestrato ai presunti terroristi. C’è un piccolo particolare che, però, non sfugge agli occhi dei più attenti: 3 copie di The Sims 3. Molti esperti del settore pensano sia l’ennesima messa in scena dei servizi segreti russi.
L’intelligence russa accusa quella ucraina di aver organizzato l’omicidio di Vladimir Solovyov. Quest’ultimo è un noto volto della tv di stato russa, nonché importante giornalista con idee filo-putiniane e per questo spesso d’accordo con il leader del Cremlino. Secondo i servizi segreti russi sarebbe questo il movente che avrebbe inserito il giornalista russo nel mirino di Zelensky.
Lo riporta Repubblica: secondo Solovyov sarebbe proprio Zelensky il mandante del tentato omicidio. In un’intervista, infatti, afferma che era invidioso di lui e l’avrebbe voluto morto “perché voleva lavorare per la tv russa ma non aveva abbastanza talento“. Ecco un estratto dell’intervista pubblicato su twitter da Francis Scarr, noto giornalista investigativo della BBC.
Molti sono già gli esperti che hanno comunicato che, secondo loro, le immagini messe online dall’intelligence russa altro non sono che una messa in scena male architettata. A testimonianza di ciò ci sarebbe il fatto che, tra gli altri oggetti in mostra, ci siano anche 3 copie del celebre videogioco The Sims, peraltro messe fin troppo in evidenza. Secondo gli esperti, questo si tratterebbe di un malinteso tra i ranghi dei servizi segreti, i quali avrebbero confuso le SIM dei cellulari con il videogioco.
Tra questi vi è proprio Francis Scarr, che ironizza sull’accaduto. Nel tweet precedente scrive: “Chi sapeva fossero così appassionati di The Sims 3?“. In un altro tweet posta le foto diffuse dall’intelligence e, scherzandoci su, scrive: “In queste foto abbiamo un neo-nazista starter pack confiscato dall’FSB“.
Scarr non è l’unico. Anche altri suoi colleghi ne parlano. Tra questi vi è anche Eliot Higgins, fondatore di Bellingcat, una delle più importanti agenzi investigative basate sul fact-checking, insomma, di certo non una recluta. Higgin scrive: “Penso sinceramente che questo sia il risultato di uno sciocco ufficiale dell’Fsb che ha ricevuto l’ordine di procurarsi tre SIM e ha confuso il tutto“.
C’è anche altro, un aspetto esilarante del caso, che riguarda la dedica su un libro. La frase, spiccatamente di stampo nazista, sarebbe seguita da una firma non leggibile. La cosa al limite del credibile è che nella firma, c’è scritto davvero “firma non leggibile”.
Un utente sottolinea l’ilarità della situazione: “Una delle ‘prove’ sarebbe una frase neonazista su un libro. Firmata da: “Firma non leggibile”. Proprio così, l’FSB ha ricevuto l’ordine di firmarla con una “firma non leggibile” e lo ha fatto!”
Bisogna precisare, però, che quest’ultimo non si tratterebbe di un errore, bensì di una caratteristica del gruppo terrorista a cui si fa riferimento e che, appunto, si firmerebbe spesso con questa “firma non leggibile”. Ciononostante non si può negare che molte cose non tornino e che, forse, si tratti di un tentativo di creare false prove. Non ci resta che attendere altri sviluppi per conoscere la verità.
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