di Nicolò Bacchi

Nonostante il clima di tensione vissuto con i paesi del blocco occidentale, la Russia si trova davanti ad un problema imprevisto. Il Paese, in guerra contro l’Ucraina dopo la sconsiderata invasione, fa i conti con un forte clima interno di non belligeranza. Dopo un’iniziale incertezza, sempre più persone stanno chiedendo al Governo la fine delle ostilità; ed ora, la protesta è guidata dal più grande oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny.

Le proteste del popolo russo

Navalny non può arringare il pubblico come era solito fare prima dell’arresto nel 2021: l’oppositore politico di Putin si trova infatti in un carcere, da dove non smette però di combattere per la fine della dittatura dell’attuale Presidente russo. Navalny, che possiede discendenze ucraine, comunica con il mondo esterno attraverso la sua portavoce, per continuare a farsi sentire anche nel clima di omertà che vige nel Paese. È proprio quest’ultima che, secondo il Guardian, avrebbe pubblicato su Twitter l’annuncio di continuare a lottare per la fine del conflitto. Kira Yarmish, questo il suo nome, scrive che Navalny chiede ai cittadini di “uscire a protestare contro la guerra ogni giorno alle 19 e nei weekend alle 14, nelle principali piazze delle vostre città, ovunque voi siate“.

L’ex politico russo avrebbe anche ricordato, secondo Meduza, che la Russia non è Putin, e che già 6’835 persone sono state arrestate; il motivo delle incarcerazioni sarebbero proprio le proteste verso il Governo e la guerra intrapresa. Navalny avrebbe poi scritto un discorso, poi pubblicato su Instagram, nel quale afferma: “Se – per fermare la guerra – dobbiamo riempire noi stessi prigioni e camionette della polizia, riempiremo noi stessi prigioni e camionette della polizia. Tutto ha un prezzo e ora, nella primavera del 2022, questo prezzo lo dobbiamo pagare noi. Nessun altro. Non basta ‘siamo contro la guerra’. Combattiamo contro la guerra“.

Putin (@Shutterstock)

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Articolo di Nicolò Bacchi

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