di Enea Bacciocchi
Il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe creare molti più danni del previsto. Le conseguenze dello scontro non si riscontrano solo sulla linea del fronte, ma anche sull’economia internazionale, fortemente dipendente dai due stati attualmente in guerra. Nelle ultime due settimane, in Europa i prezzi del grano sono volati alle stelle, raggiungendo l’aumento di oltre il 50% del prezzo consueto.
È il picco più alto degli ultimi 10 anni e molti agricoltori e lavoratori del settore, sono preoccupati delle restrizioni russe. Infatti il grande paese governato da Vladimir Putin, potrebbe tagliare la fornitura anche dei fertilizzanti e fare così impennare i prezzi, visto l’enorme patrimonio russo nel settore.
Contadini in allarme: perché Russia e Ucraina potrebbero scatenare una enorme crisi?
La Russia e l’Ucraina sono noti nel mondo per essere il “cesto del pane” mondiale. Non a caso, l’Ucraina possiede il colore giallo nella bandiera in onore della sua tradizione nella produzione di grano. I due stati, garantiscono al mondo intero oltre cento milioni di tonnellate di grano al mercato globale (1/4 del totale).
Alcuni studiosi sostengono che il blocco di esportazioni di grano e fertilizzanti potrebbe essere la vera bomba atomica di Putin. Molti contadini da tutta Europa sono preoccupati delle conseguenze dello scontro in corso. L’aumento drastico dei prezzi e la poca disponibilità di materia prima, potrebbe essere una vera e propria arma di distruzione che colpirebbe milioni di persone.
“Le pallottole e le bombe in Ucraina potrebbero provocare una crisi alimentare globale senza precedenti. Oltre ad essere uno dei maggiori produttori di grano, la Russia vanta enormi risorse in termini di fertilizzanti. Le piante hanno bisogno di nitrogeno, fosfati e potassio per crescere. E il 25% delle forniture europee dei fertilizzanti arriva dalla Russia. Soltanto la parte più privilegiata della popolazione mondiale avrà accesso sufficiente al cibo”.
Sono queste le parole di Svein Tore Holsether, presidente di Yara International, uno dei maggiori produttori di fertilizzanti al mondo, preoccupato della situazione.
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Di Enea Bacciocchi
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