di Gabriele Nostro
I russi tutti, dagli oligarchi ai più umili cittadini, stanno sempre più soffrendo le pesanti pressioni della guerra. Così la posizione di Putin, il responsabile in capo delle ristrettezze di un Paese intero, viene vista con crescente precarietà. Aumenta, in funzione dello scorrere del conflitto, il rischio di golpe per l’attuale Capo di Stato russo. Putin, infatti, ha nemici ovunque, in casa e in trasferta, e non smette di proliferare il numero di persone che bramano a una sua caduta.
Dall’intelligence occidentale, stando ad Affariitaliani.it, sono giunte svariate e imprecise informazioni riguardo la pianificazione di un gruppo di persone contrarie a Putin che starebbero considerando la sua fine. Si discute di una vera e propria sovversione dell’ordine di Stato contemplante anche, nell’ipotesi in cui diventi estremamente necessario, l’eliminazione dello “Zar”. Tra le ipotesi di omicidio si fanno avanti 3 modalità di uccisione: avvelenamento, malattia improvvisa e incidente. “Esecuzioni silenti” di questo tipo garantirebbero alla stampa la possibilità di parlare di morte naturale e non di assassinio programmato.
Russia, chi succederebbe a Putin?
Pur mantenendo lo sguardo sull’attualità, occorre prevedere quali sarebbero le conseguenze, a breve e a lungo termine, di una mossa del genere. A fare la staffetta con Putin, nella congettura in cui quest’ultimo venga eliminato (privato della vita o del suo potere), sarebbe il direttore del Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa Alexander Bortnikov.
Aleksandr Vasil’evič Bortnikov è un funzionario e generale russo, capo del Servizio federale per la sicurezza. Bortnikov si è laureato all’Istituto degli ingegneri ferroviari di Leningrado nel 1973. Dal 1975 al 2004 ha lavorato per il KGB e le agenzie che lo hanno succeduto nella città di San Pietroburgo. Dal 2004 al 2008, è stato capo del Servizio di sicurezza economica del FSB e vicedirettore del FSB, venendo promosso a direttore il 12 maggio 2008. Considerato uno dei siloviki nella cerchia ristretta del presidente Putin (insieme a Igor’ Sečin, Nikolaj Patrušev e Viktor Ivanov), Bortnikov figura tra i membri del consiglio di amministrazione della compagnia statale di navigazione marittima Sovcomflot.
Sappiamo di lui soltanto che potrebbe costituire un’identità governativa più moderata e “ragionevole”. Poi, oltre a essere il subentrante naturale del ruolo, si immagina e si spera che possa garantire una ripresa dello stato di pace; frenando le campagne di morte dell’esercito russo e il martirio dei due popoli fratelli.
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di Gabriele Nostro
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