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Russia, chiama il wi-fi “Gloria all’Ucraina”: arrestato

di Giorgio Stanga

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Oleg Tarasov, studente dell’università di Mosca, in Russia, è stato arrestato per aver cambiato il nome al wi-fi! La motivazione alla base dell’arresto? Aver cambiato il nome in “Slava Ukraïni“, ovvero “Gloria all’Ucraina”: saluto nazionale del Paese sotto assedio da parte del regime di Putin, nonché grido di battaglia dell’esercito ucraino.

La scoperta e la sentenza di arresto nei confronti del giovane

La scoperta, come riportato da TGCOM24, sarebbe stata fatta il 6 marzo dalla polizia russa, durante un controllo delle reti in un dormitorio. Dopo avere individuato il router incriminato, hanno individuato il proprietario, Oleg, perquisendogli la stanza e sequestrando l’oggetto.

Incriminato per “dimostrazione pubblica di simbolismo nazista o simboli di organizzazioni estremiste”, il giovane è stato subito condannato a 10 giorni di prigione.

Il motto indicato, “Slava Ukraini“, sarebbe stato incluso tra i simboli riguardanti le “organizzazioni naziste”: infatti, questo motto, insieme ad altri, è stato inscritto in un registro, e il pronunciare uno di essi, o scriverli, porta ad un’imputazione per “nazismo”.

Non solo in Russia: la situazione in Croazia

Non solo in Russia, lo stesso motto trova contrarietà anche in paesi più “occidentali” (intendendo la posizione geografica rispetto alla Russia e all’Ucraina). Infatti, nel giugno 2023, come riportato anche da EuroNews, il presidente croato Zoran Milanović, ha paragonato il saluto “Slava Ukraini” ai saluti dei nazisti tedeschi e agli Ustasha nazisti croati (fu un movimento degli anni ’20, che si alleò con i nazisti).

Questi sono i saluti dei più radicali sciovinisti dell’Ucraina occidentale, che hanno collaborato con i nazisti negli anni Quaranta e ucciso migliaia di polacchi ed ebrei, tutti quelli che potevano.

Queste le parole del Presidente durante una cerimonia di premiazione a Zagabria.

Ma qual è l’origine di questa frase?

Ci sono più versioni, essendo un motto risalente a prima della Seconda Guerra Mondiale. Secondo la Russia, è un motto associato all’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, detta anche “OUN“, che collaborò con i nazisti. L’OUN è un partito di fondazione ucraina, guidato da Stepan Bandera, nel lontano 1929.

Secondo accademici e studiosi storici, invece, il motto risalirebbe a prima dell’OUN, essendo stato citato già nel XIX secolo dal poeta ucraino Taras Shevchenko.

Insomma, qualunque sia l’origine è una frase che trova contrarietà e che può portare a situazioni complesse, soprattutto nel paese guidato da Putin.

E tu cosa ne pensi? A quale origine credi? E soprattutto, credi che la pena inflitta al giovane studente sia una pena equa per il fatto commesso? Faccelo sapere con un commento!

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