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Roy Keane: “Giocavo per fare male alla gente”

Roy Keane è senz’altro uno dei migliori esempi del tipico giocatore cattivo dal punto di vista agonistico, uno di quelli che in campo non si risparmiavano e ogni pallone rappresentava una battaglia, in cui cadere se necessario.

Roy Keane e la faida con Alf-Inge Haaland

Il tutto inizia nel 1997 a Leeds nella sfida tra Leeds, appunto, e Manchester United. Nella sfida di Elland Road la formazione di casa passa sorprendentemente in vantaggio e i Red Devils si buttano all’attacco per recuperare il risultato. Durante un’azione sulla fascia Denis Irwin prova l’imbucata proprio per il suo connazionale Keane.

L’irlandese va a contrasto con David Wetherall e con lo stesso difensore norvegese, padre di Erling che sicuramente non ha bisogno di presentazioni. Qualcosa però va storto: Roy Keane resta dolorante per terra.

Haaland crede stia fingendo e quindi, mentre l’irlandese è a terra, non ci pensa su due volte e, preso dalla foga del momento, va a dire qualcosa al centrocampista del Manchester United. Peccato però che Keane non stia recitando, in quanto riporterà la rottura dei legamenti. Nel 2000 il norvegese si trasferisce al Manchester City, gli scontri con Keane saranno quindi più accesi di quanto già non lo fossero.

Arriviamo dunque all’aprile del 2001 dove ad Old Trafford si gioca proprio il derby di Manchester. Siamo al secondo tempo e si assiste ad un intervento killer dell’irlandese che porrà fine alla carriera di Haaland e dopo aver ricevuto il cartellino rosso Keane andò a dire qualcosa al proprio avversario, dopo anni Keane disse: “Volevo fargli male, ma non me pento. Però non volevo infortunarlo così”.

Roy Keane e la sua filosofia

Il centrocampista irlandese ha detto la sua filosofia di gioco, intervistato insieme all’ex Fiorentina Micah Lincoln Richards ai microfoni di Sky, dicendo: “Io giocavo per far male alla gente, ma non per infortunarla!”

Richards però non ha perso l’occasione di parlare della cattiveria dell’irlandese, che tornando a parlare della vicenda che ha visto coinvolti lui e Haaland, ha risposto: “Zero rimpianti per ciò che ho fatto, non mi sono mai pentito di ciò che ho fatto in un campo da calcio, mai, neanche una volta” anche se continua Keane: “Qualche cartellino rosso di troppo che ha fatto sì che abbandonassi la squadra e i compagni”. Keane conclude poi la spiegazione del suo modo di pensare esprimendosi così: “È normale che facendo un contrasto in mezzo al campo le possibilità che qualcuno si faccia male sul serio siano tante, facevo male e non ho mai chiesto scusa per questo, anche gli avversari mi facevo male ma non ho mai piagnucolato”.

Questo è la filosofia che ha accompagnato Roy Keane nell’arco della sua carriera, dove ha vinto ben 7 campionati inglesi, 4 FA Cup e 1 Champions League più altri numerosi trofei.

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di Leonardo Angelo

Redazione NCI

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