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Roma: tartufi e mazzette in cambio di appalti

di Elena Barbieri

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Roma, mazzette e tartufi in cambio di appalti. Un film di Carlo Verdone? No, pura realtà: sono indagate almeno venti persone. Ristrutturazioni, appartamenti a buon mercato, denaro e prelibatezze culinarie, questi sono i “regali” di due imprenditori a due funzionari del provveditorato delle opere pubbliche della capitale.

Il modo in cui sono stati gestiti gli appalti per i lavori di ristrutturazione del Tribunale di Roma risulta piuttosto confusionario. Eppure questa storia è tra le più classiche vicende di corruzione: funzionari pubblici e imprenditori che si scambiano mazzette, appalti o affidamenti diretti. Poi, qualche parola a favore per ottenere nomine al ministero delle infrastrutture, o per l’assunzione del figlio e altri parenti. In aggiunta, questa volta come tocco di classe, hanno aggiunto pure del tartufo pregiato come merce di scambio.

Roma

Roma (@Shutterstock)

 

Roma, nell’indagine ci sono nomi già noti alle autorità

Come riporta anche La Repubblica, Luigi Fazzone e Stefano Bravi, accusati di corruzione, erano già noti alle autorità dal febbraio del 2020 e al momento rischiano di essere rinviati a giudizio. Sorte più o meno simile alla quale saranno sottoposti altri 6 dipendenti pubblici e ben 12 imprenditori coinvolti nella vicenda. Fazzone, secondo l’accusa, pare aver “asservito la propria funzione agli interessi delle imprese affidando lavori alla società De Angelis Costruzioni Srl e altre società riconducibili o vicine a Franco De Angelis”.

Gli atti che fanno riferimento ai diversi lavori, come “il completamento e adeguamento dell’impianto di climatizzazione e antincendio presso gli uffici della Corte d’appello di Roma”. Lavoro per cui sono stati stanziati circa 405 mila euro, nonostante la documentazione non fosse in regola. Per altri lavori di ristrutturazione erano stati utilizzati oltre un milione e 800 mila euro, in cambio di mazzette erogate tra il 2013 e 2017.

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di Elena Barbieri

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