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Roma-Lazio, il giorno dopo: l’eredità del derby

Cinquantasette secondi e il derby era subito segnato. Ci ha pensato Tammy Abraham, che con una zampata letale ha scritto le prime parole di un copione amaro per la Lazio, in una partita chiusa già dopo il primo atto. Dietro le quinte c’è ovviamente la mano José Mourinho che, in un match unico così come lo sono tutti i derby, ha saputo trasmettere alla sua Roma -forse per la prima volta in stagione- quell’attitudine rabbiosa e battagliera che da sempre lo contraddistingue.

Derby senza storia

Neanche il tempo di mettersi comodi che l’Olimpico era già esploso. Abraham, sempre più trascinatore dei giallorossi, mette dentro il gol più veloce della storia del derby di Roma (56 secondi, fonte Opta) e fa capire alla Capitale che tipo di pomeriggio sarà.

La Roma subito pimpante e aggressiva s’impone sul terreno di gioco, vincendo praticamente tutti gli uno contro uno e dominando la Lazio a livello di gioco. L’esempio arriva al 22°, quando Karsdorp, accasciato a terra per una botta, si rialza e sprinta sulla fascia, raccogliendo l’invito al cross di Mkhitaryan e servendo ad Abraham, colpevolmente solo in mezzo all’area, un cioccolatino da scartare per il gol del 2-0.

In tutto questo gli uomini di Sarri sono totalmente in bambola: manca la concentrazione, manca la voglia e la forza di poter arginare quel fiume in piena che è la Roma. Non basta aggrapparsi ad Immobile che lì davanti predica nel deserto, facendo a sportellate contro una difesa troppo in giornata per capitolare, e così i derby non possono che finire male.

Jose Mourinho (@Shutterstock)

K.O. tecnico

Ci pensa il giocatore di maggiore qualità a salire in cattedra e sferrare il colpo che manda al tappeto la Lazio. Quaranta minuti sul cronometro, Pellegrini col destro incanta Roma e i romanisti, spedendo i laziali dritti all’inferno. Un colpo da maestro, un calcio di punizione che sulla sponda giallorossa del Tevere ricorda, con le dovute proporzioni, quelli con cui Totti illuminava l’Olimpico.

Il secondo tempo è pura accademia. Non bastano i cambi alla Lazio per invertire rotta, con la Roma brava a gestire palla e risultato, riducendo al minimo i rischi. Nello scontro tra due credi calcistici praticamente opposti come quelli di Mou e Sarri, il portoghese ne esce trionfante.

Se dai biancazzurri si chiede di più, perché di sarriano c’è ben poco in questa squadra, quello che si domanda ai giallorossi è come si può passare da una prestazione sbiadita come quella di giovedì contro il Vitesse a una dominante e convincente nel derby. Un perfetto esempio di Dr Jekyll e Mr Hyde, ma forse anche questo è il bello del calcio, e solo partite come il derby riescono a entrare dentro ai giocatori per regalarci questo tipo di prestazioni ed emozioni. Perché il calcio è soprattutto emozioni.

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di Federico Minelli

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Federico Minelli

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