Gaming

Rockstar Games criticata dal sindacato dei lavoratori britannici

La decisione di Rockstar Games di richiamare i dipendenti dallo smart working ha destato le preoccupazioni del sindacato dei lavoratori indipendenti della Gran Bretagna (IWGB). Quanto fatto dall’azienda statunitense andrebbe in direzione contraria alle precedenti dichiarazioni in cui si impegnava a garantire agli sviluppatori opzioni di lavoro flessibile.

Il comunicato

Nella giornata del 28 febbraio Rockstar Games ha richiamato il personale in ufficio per iniziare a lavorare alla fase finale dello sviluppo di GTA 6. Gli sviluppatori dal 15 aprile saranno tenuti a lavorare in ufficio 5 giorni su 7, con il management che sostiene che le eccezioni saranno rare. Di seguito riportiamo un estratto del comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’IWGB:

“(…) I lavoratori dell’azienda che sono membri dell’IWGB Game Workers Union hanno descritto la mossa come “un processo decisionale sconsiderato” e hanno sollevato preoccupazioni per la cattiva pianificazione e i gravi impatti sul benessere. Alcune persone selezionate sono state informate all’inizio di febbraio, anche se le comunicazioni ufficiali hanno impiegato più di tre settimane per emergere, lasciando molti ansiosi per le voci in circolazione. Il mandato arriva un anno dopo che i lavoratori sindacalizzati hanno presentato una petizione con 170 firme, chiedendo la continuazione di opzioni di lavoro a distanza in risposta a una transizione obbligatoria al lavoro d’ufficio di 3 giorni, in una delle più grandi azioni sindacali mai svolte fino ad oggi nel settore dei giochi nel Regno Unito. (…)”

Sul sito sono state condivise anche reazioni anonime da parte di alcuni dipendenti e queste suggeriscono che non siano stati consultati prima della decisione. Costoro hanno sottolineato i benefici del lavoro da remoto e temono un ritorno a condizioni lavorative “tossiche” che ridurrebbero il tempo trascorso con le famiglie. Questa non è la prima volta che lo studio viene attaccato per gli stessi motivi. In passato alcuni lavoratori hanno vissuto periodi di crisi estrema legati allo sviluppo di Red Dead Redemption 2.

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Steven Callea

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