di Redazione NCI
Chiunque abbia visto almeno una volta nella vita Jurassic Park rimarrà piacevolmente sorpreso dall’apprendere che, secondo quanto riportato dallo studio di Scientific Reports (Nature), vicino a Trieste sono stati rinvenuti almeno 7 dinosauri, importantissimi sia per stato di conservazione che per la ricostruzione del periodo preistorico.
L’identikit di questi dinosauri
La specie in questione si chiama “Tethyshadros insularis“, ovvero adrosauro della Tetide, ed è vissuta durante il Cretaceo, più nello specifico 80 milioni di anni fa. I Tethysadri erano dei dinosauri erbivori relativamente piccoli, lunghi circa 4 metri e alti 1,30, mentre la loro stazza si aggirava sui 350 kg; decisamente non male per un sauro considerato “piccolo”!
Ma il fatto più interessane riguarda il loro habitat, dato che questa specie si trova conservata solo in Italia, più precisamente nell’Area Archeologica di Villaggio del Pescatore, a pochi minuti di macchina dal capoluogo friulano.
L’importanza del ritrovamento
L’ultima campagna di scavi non solo porta in dote una quantità di fossili notevole, ma potrebbe anche rivoluzionare alcune teorie sulla paleogeografia della Terra. Ma procediamo con ordine, partiamo dal ritrovamenti in sé; i paleontologi hanno trovato un numero di esemplari che oscilla da 7 a 11, di cui 1 in perfette condizioni, avvenimento abbastanza inusuale. In realtà, già negli anni ’90 era stato rinvenuto un altro esemplare, a opera di Tiziana Brazzatti, ribattezzato “Antonio”, ma l’assenza di altri fossili aveva fortemente limitato le ricostruzioni scientifiche.
Oggi la situazione è totalmente cambiata, visto che il branco di dinosauri presenta esemplari appartenenti a diverse fasi, da quelli più piccoli a quelli adulti. Questa scoperta, all’apparenza banale, mette in discussione tutta le ricostruzioni geomorfologiche del territorio corrispondente all’attuale Europa meridionale; fino a qualche mese fa si pensava che durante il Cretaceo questa regione fosse di natura insulare, da cui anche il nome scientifico della specie.
Infatti, si pensava che gli esemplari come Antonio avessero subito una sorta di nanismo evolutivo, necessario a questi dinosauri per sopravvivere in un ambiente insulare. In realtà, il povero Antonio non era “nano”, ma semplicemente un giovane dinosauro, perciò l’Europa potrebbe non essere mai stata un insieme di isole sparse nel cosiddetto Oceano Tetide.
Quale futuro per i dinosauri in Italia?
Parlare di dinosauri e futuro può sembrare anacronistico, ma gli abbondanti ritrovamenti nel Friuli aprono nuovi interessanti scenari su altri possibili ritrovamenti; in Italia non sono emersi fossili di sauri fino agli anni ’90 e la concezione di una Paleoeuropa insulare non aiutava di certo. Perciò era opinione abbastanza diffusa nella comunità scientifica che non si sarebbero fatti ritrovamenti significativi. Ma questo nuovo branco di dinosauri sembra avere tutte le carte in regola per rivoluzionare le ricostruzioni fin qui ipotizzate.
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Di Elia Mascherini
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