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Riciclaggio – Dirigente ruba 1,2 milioni dal Comune di Bovino

di Domenico Scala

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Riciclaggio – Clamoroso quanto successo a Bovino, in provincia di Foggia. In soli tre anni (dal 2018 al 2020) un dirigente avrebbe “intascato” circa un milione e duecentomila euro, prelevandoli dai conti correnti comunali e versandoli sui propri, per acquistare criptovalute, immobili, automobili e perfino una barca. Lo hanno accertato i militari della Guardia di Finanza di Foggia. Arrestato un dirigente del settore economico e finanziario, con le accuse di peculato e di autoriciclaggio.

Straordinari “leggermente” fuori dalla norma

La procura ha anche disposto il sequestro preventivo dei beni dell’indagato per un valore equivalente al profitto illecito. Nello specifico: quattro società, due parafarmacie, un Bed & Breakfast, tredici appartamenti, conti correnti, criptovalute (Bitcoin), un’imbarcazione, tre autovetture ed un motoveicolo. Il dirigente avrebbe arrotondato il suo stipendio (inferiore ai duemila euro), arrivando in un’occasione a riconoscersi in un solo mese straordinari pari a quarantunomila euro. Si sarebbe appropriato inoltre dell’incasso di venticinque assegni del Comune a suo beneficio.Riciclaggio

L’accusato gestiva anche le finanze dell’Ente pubblico e ha potuto, quindi, emanarsi  tranquillamente in questo periodo ben centododici mandati di pagamento dalle casse comunali (che riportavano causali generiche o insussistenti). Le appropriazioni illecite non si sarebbero interrotte neanche dopo che, qualche mese fa, l’uomo è stato sospeso dalle sue funzioni nel corso delle indagini.

Riciclaggio – Cosa dice la legge?

Ricordiamo che secondo la legge: “Si applica la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5.000 a euro 25.000 a chiunque, avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro provenienza delittuosa”.

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di Domenico Scala

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