di Lorenzo Peratoner
Nel Regno Unito è nato un bambino con il DNA di tre persone diverse, mediante una fecondazione in vitro avvenuta con un trattamento molto particolare, ancora sperimentale fino a pochi anni fa, di donazione mitocondriale (MDT). Vediamo i dettagli, riportati da SkyTG24…
Donazione mitocondriale: a cosa serve
Il Parlamento britannico approvò e consentì la tecnica MDT nel 2015, in seguito a diverse sperimentazioni avvenute a Newcastle; il fine di questo trattamento, infatti, è quello di prevenire la nascita di bambini affetti da malattie che potrebbero portare alla loro morte nel giro di pochi giorni.
L’origine di queste malattie fatali si incontrerebbe all’interno del DNA dei mitocondri, organelli responsabili della respirazione cellulare; questi vengono ereditati tutti quanti dalla madre, di conseguenza se quest’ultima presenta delle mutazioni genetiche mitocondriali allora il bambino rischia seriamente la morte, o comunque di convivere con complicanze più o meno gravi.
Come si legge dal sito Mitocon, queste malattie possono essere molto diverse con effetti multisistemici, ovvero che colpiscono varie parti e organi dell’individuo. Dal sistema nervoso centrale, ai reni fino al sistema cardiocircolatorio, c’è una consistente variabilità clinica talvolta non prevedibile.
Come funziona l’MDT e i possibili risvolti
Attraverso l’MDT è possibile utilizzare il tessuto degli ovociti di una donatrice sana, così da creare un embrione privo di mutazioni dannose. Tuttavia la donatrice non rappresenterebbe un vero e proprio “terzo” genitore, considerando che la quasi interezza del patrimonio genetico verrebbe dai genitori biologici; lo 0,1%, invece, corrispondente in questo caso a circa 37 geni, sarebbe frutto della terza donna.
Questa tecnica non è ovviamente praticata ovunque nel Regno Unito, ma solamente all’interno della clinica di Newcastle, unico centro autorizzato finora. Per agire con il trattamento, in ogni caso, è sempre necessaria l‘approvazione della Human Fertilization and Embryology Authority (HFEA), che valuta ogni singola condizione e caso. Per motivi di privacy non è chiaro quanti trattamenti di questo tipo siano stati effettuati dalla clinica di Newcastle, tuttavia, la HFEA ha affermato, in modo generico, di aver dato il via libera a 32 pazienti.
La ricerca sta continuando a studiare molto attentamente questa procedura e i suoi potenziali risvolti, come affermato da Robin Lovell-Badge, del Francis Crick Research Institute:
“Sarà interessante sapere quanto la tecnica della terapia di sostituzione mitocondriale abbia funzionato a livello pratico, se i bambini sono privi di malattie mitocondriali e se c’è il rischio che sviluppino problemi più avanti nella vita”.
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