di Gianmichele Trotta
Lo scorso 29 giugno lo IERS (International Earth Rotation and Reference Systems Service) ha registrato il giorno più breve dall’invenzione del cosiddetto orologio atomico. Il record si stabilisce a ben 1,59 millisecondi in meno rispetto allo standard previsto. Anche poche settimane fa, il 26 luglio, si è registrato un record simile, pari a 1,50 millisecondi. Da queste cifre sembra proprio che il nostro pianeta stia accelerando la propria rotazione intorno al suo asse. È davvero così? Cosa comporterebbe in questo caso? Continuate a leggere per scoprire questo e molto altro ancora.
L’orologio atomico e il record
Per capire la grandezza dei dati riportati dallo IERS bisogna partire innanzitutto spiegando cos’è un orologio atomico e quando è stato inventato. Questi si basano su una proprietà fondamentale degli atomi: la regolarità della frequenza di risonanza nel momento in cui vengono colpiti da una fonte luminosa. Grazie a questa caratteristica gli scienziati sono riusciti a ottenere uno strumento indispensabile per misurare il tempo; una specie di metronomo naturale insomma.
La sua invenzione si attesta al 1949 ma solo nel 1972 si è definito il “tempo atomico”. A partire da questa data gli scienziati hanno cominciato a tenere traccia della lunghezza del giorno con la precisione di un orologio atomico. Dal 1972 non si è mai registrato un tempo di rotazione così basso, seppur a livello dei millisecondi.
Tuttavia, milioni di anni fa, ai tempi dei dinosauri, la durata di un giorno era di gran lunga inferiore. Dennis McCarthy, ex director of time dell’osservatorio navale statunitense, intervistato da CNN spiega che, con l’era glaciale e il conseguente allungamento delle calotte polari, la terra ha cominciato a rallentare. Nel 1820, racconta, gli scienziati si sono resi conto di questo fenomeno.
Il leap second
A causa di questa incongruenza in rapporto alle 24 ore, dal 1972 gli scienziati hanno inserito un “secondo bisestile”. In questo modo sono riusciti a recuperare quei secondi che aumentavano di giorno in giorno e che potevano comportare un problema per i computer dell’epoca. Dalla loro introduzione ad oggi sono stati inseriti ben 22 secondi aggiuntivi.
Negli ultimi anni, però, sembra che la rotazione terrestre cominci ad accelerare comportando non più secondi “extra” bensì dei secondi in meno. Così invece di secondi bisestili avremo dei “leap seconds” (secondi intercalari). Non è la prima volta che accade qualcosa del genere, infatti sono già stati aggiunti 2 secondi intercalari dal 1972 a oggi.
Perché la terra accelera
Gli scienziati ancora non sono riusciti a dare una spiegazione per queste anomalie in cui si sono registrate giornate più “brevi”. Alcune ipotesi, però, pensano che sia un effetto del cambiamento climatico e dello scioglimento dei ghiacciai. Il principio alla base sarebbe il medesimo per cui un pattinatore accorcia o allunga le braccia per roteare più in fretta o più lentamente.
In questo caso le calotte polari ai due poli della terra permetterebbero al nostro globo di avere una forma più allungata e quindi di sbilanciarsi e rallentare. Al contrario, con il loro scioglimento, la forma della terra sta diventando più “rotonda” permettendo di roteare più velocemente.
Tuttavia, “la nostra esistenza quotidiana non riconosce nemmeno quel millisecondo“, spiega McCarthy, sminuendo la questione più a un tecnicismo che a un reale problema per le nostre vite. Per il momento, quindi, sembra che l’umanità possa continuare a vivere serenamente. Al contrario, però, quello del cambiamento climatico è un problema reale e che la stessa umanità non può più permettersi di ignorare.
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