di Gabriele Di Nuovo
Disponibile su Amazon Prime Video dal 4 febbraio, “Reacher” è la serie basata sul primo romanzo di Lee Child. Lo show composto da 8 episodi vede nel cast Alan Ritchson, Malcolm Goldwin, Willa Fitgerald, Bruce McGill e Kristen Kreuk.
Basato sul primo romanzo scritto da Lee Child con protagonista il suo Jack Reacher, intitolato “Zona pericolosa”, “Reacher” promette di essere una serie più fedele alla sua controparte cartacea. Questo perché lo stesso autore è rimasto deluso dai due adattamenti cinematografici con protagonista Tom Cruise. Ma questa serie targata Amazon Prime Video rende giustizia ai romanzi di Lee Child?
Un omicidio da vendicare
Jack Reacher (Alan Ritchson), militare in congedo, arriva nella cittadina di Margrave (Georgia). Qui viene arrestato per omicidio. Ma quando scopre che la vittima è suo fratello Joe, Jack darà la caccia al colpevole insieme all’agente di polizia Roscoe (Willa Fitzgerald) e al capitano Finlay (Malcolm Goldwin). Questo permetterà allo spettatore di conoscere meglio l’ex militare e le sue doti investigative.
Doti investigative perché Jack Reacher è un investigatore atipico rispetto ad altri colleghi più noti. Ex agente della polizia militare, Jack usa le sue abilità per risolvere casi complessi dove persone e cittadine si ritrovano coinvolte in situazioni più grandi di loro. Ma nonostante un Alan Ritchson completamente in parte, “Reacher” è un piatto adattamento del primo romanzo di successo scritto da Lee Child.
Dei comprimari non all’altezza
Se da un lato abbiamo un protagonista ben caratterizzato e completamente fedele alla sua controparte cartacea, non si può dire lo stesso dei vari coprotagonisti. Proprio su questo elemento, la serie realizzata da Nick Santora prende una strada diversa rispetto al romanzo da cui è tratto. “Zona pericolosa” è narrato in prima persona dal suo protagonista, raccontando così al lettore il tutto dal punto di vista di Jack. Gli 8 episodi invece ci mostrano molto i due coprotagonisti: Finlay (Malcolm Goldwin) e Roscoe (Willa Fitzgerald).
Questo si rivelerà cruciale ai fini del ritmo narrativo, rendendo così “Reacher” un prodotto piatto sotto questo punto di vista. Il “perdere” tempo raccontando altri personaggi, dove invece il romanzo non si sofferma (data la narrazione in prima persona), porta la serie a rallentare molto il suo ritmo. A risentirne è ovviamente il suo genere di riferimento, il thriller. Non perché richieda una certa frenesia, ma la serie doveva mantenere i toni dei romanzi di Child: intriganti e pieni di tensione.
Tutto ciò purtroppo si perde con questo approccio narrativo che ha portato con sé, delle piccole modifiche al romanzo. Queste fortunatamente non sono così grandi ed eclatanti (complice anche lo stesso Lee Child nel team produttivo) e ai fan dei romanzi con protagonista Jack Reacher può fare solo piacere. Come farà ben piacere trovare un Alan Ritchson impeccabile e completamente in parte.
Un Reacher perfetto e non solo
Il vero punto di forza di “Reacher” è nel suo attore protagonista. Ritchson, a differenza di Tom Cruise che ha interpretato il personaggio al cinema, restituisce allo spettatore un Jack uscito direttamente dai romanzi. Oltre a essere vicino fisicamente alla descrizione del personaggio dei libri, Alan Ritchson si rivela carismatico, intelligente e spietato al momento giusto come il Jack ideato da Lee Child. Ma non è solo questa l’unica differenza con le pellicole dedicate all’ex militare arrivate in sala. Come detto prima, anche la narrazione si rivelerà completamente differente rispetto ai due titoli con Cruise protagonista.
Uno degli elementi più caratteristici dei vari romanzi scritti da Lee Child, è quello di ambientare le sue storie in varie province americane. A differenza di altri investigatori su carta, Jack Reacher grazie alla sua vita da nomade in giro per il paese, si ritrova a risolvere casi in zone molto caratteristiche. Paesini sperduti dello stato e paesaggi di campagna, fanno da sfondo alle sue avventure. Ed è questo che rende il tutto intrigante e non solo per la presenza dell’ex militare e agente della polizia militare in queste aree. Il fascino del tutto è dato proprio dal piccolo contesto in cui avvengono le varie storie. Ovviamente “Reacher” non fa eccezione. Ma se abbiamo un’ambientazione intrigante, dall’altra abbiamo una gestione basilare di questa e non solo.
Un thriller basilare
La serie basata sul primo romanzo di Lee Child, poteva essere potenzialmente un passo da gigante nel genere sul fronte televisivo. Sfortunatamente però, “Reacher” si è rivelato un prodotto molto basilare. Non solo sfruttando pochissimo le sue ambientazioni caratteristiche, ma anche ampliando il racconto rispetto a quanto fatto in “Zona pericolosa”. La combinazione di questi elementi, insieme a dei comprimari non esaltanti, rendono gli 8 episodi della serie con Alan Ritchson un thriller qualunque.
A pagarne le spese di tutto questo è anche un comparto tecnico non di altissima qualità. A oggi le piattaforme streaming ci hanno abituato a prodotti di altissima qualità sotto questo punto di vista. Ma “Reacher” offre allo spettatore una serie qualitativamente sullo stesso piano di un network televisivo, dove appunto il budget è decisamente inferiore. Nonostante questo, le poche sequenze action presenti sono ben girate e intrattengono bene lo spettatore. Ben evidente durante lo scontro finale nell’ottavo e ultimo episodio della serie.
Considerazioni finali
“Reacher” è un’occasione sprecata. Non solo perché non onora al meglio le fantastiche storie ideate da Lee Child, ma anche a causa della sua scrittura e messa in scena molto basilare. Con dei coprotagonisti poco carismatici e interessanti, la serie si dilunga inutilmente portando lo spettatore a seguire una storia poco intrigante. Fortunatamente, con ovviamente le sue riserve, le ambientazioni sono fedeli al romanzo su cui si basa la serie. Ma a essere molto fedele alla controparte cartacea è il suo protagonista. Ritchson porta su schermo un Jack Reacher impeccabile. Non solo fisicamente, ma anche caratterialmente l’ex militare è come nelle pagine dei suoi romanzi.
Pro
- Le ambientazioni fedeli al romanzo;
- Alan Ritchson nei panni di un fedelissimo Jack Reacher;
- Le sequenze action.
Contro
- Coprotagonisti anonimi;
- Una scrittura differente dal romanzo che porta a rallentare il racconto;
- Un comparto tecnico da network televisivo e no da piattaforma streaming;
- Il non aver sfruttato al meglio il materiale originale.
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di Gabriele Di Nuovo
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