Ospedale (@Shutterstock)
È in Italia che si verifica l’ennesimo episodio di razzismo. Un uomo, recatosi per necessità ad un punto di primo intervento, ha aggredito verbalmente il suo curante, un medico di colore da cui il paziente “non voleva farsi toccare”.
Rai News documenta la vicenda dalle parole del protagonista. La vittima della prepotenza si chiama Andi Nganso. Lui è un professionista di origini camerunensi che ha raccontato: “”Nella notte del 17 agosto 2022, mentre ero di turno al Punto di Primo Intervento di Lignano, ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia. Intorno alle 4 di notte entrava al presidio un’ambulanza con un paziente sessantenne che riportava presunte lesioni multiple. Dopo aver ricevuto le consegne dall’infermiera che lo aveva soccorso e che già lamentava di aggressioni verbali misogine nei suoi confronti, ho provato ad entrare in comunicazione con il paziente. Da lì una brutale e violenta valanga di insulti e minacce razziste di ogni tipo è iniziata. Considerando la gravità di questa violenza ho ritenuto opportuno chiamare da subito le forze dell’ordine che sono intervenute in tempi brevi” .
Lo stesso Ngaso, nel commentare l’ingiustizia subita, ha detto di sé: “Non c’è niente di sporco e di schifoso nel coraggio del 19enne che sono stato di decidere di voler venire a studiare in Italia. Non c’è niente di sporco o di schifoso nella mia laurea in medicina e chirurgia, nei miei anni passati a lavorare in Croce Rossa Internazionale di fianco al Presidente Rocca. Non c’è niente di sporco e di schifoso nella scelta di voler proseguire il mio percorso professionale. Nel salvare vite nonostante la delicata complessità della medicina d’urgenza. È tutto limpido e tutto splendido nella mia nerezza e nelle mie radici Bamileke di cui sono profondamente orgoglioso“.
Il dottor Ngaso non si reputa semplicemente sfortunato: “ Il razzismo è nell’aria” spiega. “Lo respiriamo quotidianamente in ogni luogo della nostra società. La rappresentazione mediatica, le strumentalizzazioni politiche, le narrazioni tossiche in ambito educativo e la mancanza di una sincera discussione sugli effetti del passato increscioso coloniale di questo Paese sono tutti gli ingredienti che contribuiscono a mantenere questo status quo di dolore per le persone nere e razzializzate in Italia. Le aggressioni nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika è sempre più reale”.
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