L’interesse dei top club italiani per Giacomo Raspadori non è più una novità. Calciatore versatile, polivalente e moderno, il talento del Sassuolo aspira ormai al salto di qualità, magari senza emigrare all’estero. “Guardando in tv la Champions League ti accorgi della differenza, è quella la manifestazione che ambisco a giocare” ha rivelato il ventiduenne in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport.
Ai microfoni della Rosea, però, Raspadori ha ammesso di essere orgoglioso degli interessamenti delle big italiane su di lui. In particolare, il calciatore dei neroverdi ha espresso il proprio desiderio di vestire una casacca molto prestigiosa nel massimo campionato italiano. Confessioni frettolose o chiari indizi di mercato? Ai posteri l’ardua sentenza.
Negli ultimi mesi, l’Inter aveva adocchiato con convinzione Giacomo Raspadori. Quest’ultimo, però, ha manifestato il proprio entusiasmo per l’interesse della Juventus nei suoi confronti: “Se mi inorgoglisce? Assolutamente sì. Non posso negare di essere contento che si faccia il mio nome per un trasferimento alla Juve o ad altri grandi club. La mia ambizione è arrivare a giocare lì, a quel livello” si legge nella sua intervista concessa a La Gazzetta dello Sport.
Attualmente, il calciatore bolognese sta vivendo una stagione particolarmente prolifica sotto gli ordini di Alessio Dionisi. Raspadori, infatti, ha mostrato di riconoscere i meriti del club emiliano nella sua crescita professionale: “Se ci riuscirò sarà merito del Sassuolo, società che mi ha fatto crescere sotto ogni aspetto”.
Dal 1° luglio, la Juventus dovrà fare i conti con l’addio di Paulo Dybala. L’ad del club bianconero, Maurizio Arrivabene, ha da tempo ammesso di aver interrotto le trattative per il rinnovo dell’argentino. La Juve, dunque, si fionderà sul mercato per individuare un sostituto dell’attuale numero 10.
Ecco, dunque, tornare di moda il nome di Giacomo Raspadori, il quale ha dichiarato: “È un motivo di orgoglio essere considerato l’erede di Dybala. Paulo ha una qualità impressionante, in comune abbiamo il gusto e la tendenza a legare il gioco. Dietro al centravanti lui è bravissimo e anche io mi trovo molto bene: alle spalle di Scamacca cerco spazi invitanti e mi diverto. Sono cresciuto come centravanti e mi piace ancora fare il 9, però in questo ruolo sono al centro del gioco”. Insomma, più chiaro di così…
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