PS6 cambia forma: Sony abbandona lo stile futuristico della PS5?

Il leaker Tom Henderson torna a parlare di PS6 condividendoci importanti anticipazioni sul form factor e dunque l’aspetto di PlayStation 6. Stando al leaker, Sony dovrebbe abbandonare definitivamente lo stile futuristico di PS6, scopriamo i motivi di questa scelta.

Grazie alle sue informazioni provenienti dalle sue fonti anonime all’interno di Sony (più volte dimostratesi attendibili), Tom Henderson sostiene che Sony avrebbe preso la decisione di abbandonare lo stile futuristico di PS5, optando per un design più tradizionale dalle linee semplici, il quale caratterizzerà le console di prossima generazione PlayStation.

I motivi per cui PS6 avrà un aspetto più classico

Aldilà delle critiche ricevute per l’attuale form factor delle console PlayStation, Sony avrebbe preso la decisione di cambiare stile in funzione delle condizioni economiche globali variate rispetto al 2020.

L’adozione di linee più semplici infatti dovrebbe portare diversi benefici per Sony, tra cui: una migliore efficienza dell’hardware a parità di spazio occupato, console dal peso più leggero e la riduzione dei costi di spedizione e produzione. Questi tre elementi sarebbero dei fattori di principale importanza in casa PlayStation per poter contrastare gli aumenti dei prezzi dell’attuale generazione console.

Gli informatori di Henderson hanno preferito non sbilanciarsi ulteriormente sulla forma di PS6. Tra la community c’è chi sostiene e spera nel ritorno di uno stile essenziale ma al contempo riconoscibile come quello di PlayStation 4, mentre altri sostengono che Sony dovrebbe emulare quanto fatto da Microsoft con Xbox Series X e quindi adottare lo stile a torre caratteristico della console statunitense.

Voi cosa ne pensate? Siete più per lo stile futuristico di PS5 o per uno stile dalle linee più tradizionali? fatecelo sapere alla nostra pagina Instagram Nasce, Cresce, Respawna! E per restare sempre aggiornati sul mondo del gaming continuate a seguirci sul nostro sito.

Articolo di Eduardo Ronconi