Per gli esterni alla vicenda questo è un fatto di cronaca che può far sorridere, per il protagonista della disavventura, invece, è stato un vero e proprio incubo. Il caso si è verificato nel lontano 2019, ma è risalito di recente agli onori della cronaca per un aggiornamento cruciale: la Ferrari rubata è stata ritrovata. Vediamo ora nel dettaglio le dinamiche del furto e il motivo per cui si sarebbe potuto tranquillamente evitare.
Acquirente e venditore, o meglio, ladro e derubato, si erano incontrati fisicamente per stabilire prezzo e modalità d’acquisto del mezzo, oltre che per verificare il suo funzionamento. Niente sembrava poter fare sospettare che qualcosa sarebbe andato storto. Gli uomini erano ben vestiti e cordiali, il luogo adatto alla trattativa. Così, il ladro, creato l’insospettabile habitat, ha dapprima ispezionato nel dettaglio la macchina, e si è poi fatto un giro nelle vesti di passeggero. Infine, leggendo forse nel proprietario del veicolo un’aria non eccessivamente guardinga o sveglia, il delinquente ha deciso di andare “all-in” e agire senza mezzi termini. Ha chiesto, quindi, al venditore di poter mettersi al volante, e quest’ultimo, privo di sospetto, ha accettato di buon grado. Non appena il proprietario è sceso, però, il furfante, ora seduto sul sedile del guidatore, ha dato di gas svanendo nel nulla con il bolide d’epoca.
Le forze dell’ordine, riporta il Corriere dello Sport, hanno ritrovato solo di recente, dopo oltre 3 anni, la Ferrari all’interno di un garage. Il ladro, invece, nonostante gli investigatori siano in possesso di foto che lo ritraggono, non è più stato individuato.
La supercar in questione è stata prodotta solo in 272 esemplari. Si tratta di una Ferrari 288 GTO, costruita dalla Casa di Maranello tra il 1984 e il 1985, antenata della favolosa F40, dotata di un motore V8 da 400 cavalli. Quella protagonista dell’episodio era un esemplare ancor più particolare, poiché era appartenuta all’ex pilota Ferrari Eddie Irvine. Il suo valore, si aggira attorno ai 2 milioni di euro. Tutto è bene ciò che finisce bene insomma, ma siamo certi che la prossima volta ci penserà due volte il proprietario prima di fidarsi del primo che passa.
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