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Console War: una guerra alimentata dalle stesse aziende?

di William Tinella

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Nel mondo del gaming sono molte le “guerre” che si combattono ogni giorno. È meglio Battlefield o COD? PES o FIFA? Questi però sono dei semplici litigi, rispetto alle faida tra una console e l’altra. Le ultime rivelazioni a riguardo arrivano da una figura di spicco del mondo videoludico; stiamo parlando di Peter Moore, ex-capo divisione Xbox in Microsoft che ha raccontato (anche se probabilmente era abbastanza scontato) come la console war sia stata una vera e propria manna dal cielo per il settore gaming. Ma in che modo una faida può essere positiva?

Come è nata la rivalità tra PlayStation e Microsoft?

Ormai siamo arrivati alla terza generazione di fila in cui le due aziende protagoniste della “battaglia” sono Sony e Microsoft; Nintendo, dopo essersi ripresa dal flop di Wii U con la Switch, si è tirata fuori dalle rivalità. Infatti, la grande N ha un mercato tutto suo, offrendo un qualcosa di diverso che prescinde il resto della competizione. Peculiarmente, anche il PC gaming ha una sua offerta originale e costituisce un mondo a parte. In generale, quest’ultimo settore è una sorta di mondo di mezzo dove anche le realtà delle home console si apprestano a entrare, come dimostra lo sbarco di diversi first-party Sony su PC.

Lo scontro tra la casa giapponese e quella statunitense iniziò ad essere reale e palpabile con la settima generazione videoludica, quella che come rappresentanti ha “eletto” PlayStation 3 e Xbox 360. Infatti, nonostante esistessero già PlayStation 2 e Xbox, la console war tra Microsoft e Sony ha un anno d’inizio che si può attribuire a circa il 2006. Insomma, la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da allora, ad ogni nuova generazione ci siamo ritrovati le due aziende in competizione, anche con le ultime PlayStation 5 e Xbox Series X/S.

Ed è proprio nel 2006 che Peter Moore era a capo della divisione di Xbox, e si è ritagliato un ruolo tra le figure di spicco che salvarono l’azienda. Ma cosa avrebbe potuto rovinare l’ascesa della console? Il celeberrimo anello rosso della morte di Xbox 360.  Un problema che se non risolto, a detta degli stessi protagonisti interni all’azienda, avrebbe potuto far fallire Xbox 360

Il mercato del gaming

Il lato buffo della vicenda è che entrambe le aziende, analizzando la realtà dei fatti, ormai garantiscono un’offerta pressoché uguale. Anche se c’è da annotare che Sony si affaccia alla realtà virtuale e Microsoft ha proposto il fallimentare Kinect con Xbox One, prima dell’arrivo di Phil Spencer che cestinò il progetto. Ma ciò che accomuna le due console è il target di riferimento; infatti, come già detto, Nintendo e il PC Gaming si prendono delle apposite fette di pubblico, che spesso non hanno nulla a che vedere con il target di Sony e Microsoft.

Quindi alle due multinazionali non rimane altro che dividersi la fetta più grande di pubblico. Ma questa console war è spesso futile, e le recenti dichiarazioni di Peter Moore, ex-“capoccia” di Xbox, fanno capire come la faida abbia influito positivamente sul mercato. Dopotutto, siamo stati abituati, anche per via delle strategie di marketing delle stesse aziende, a vedere Xbox e PlayStation come due “sorelle rivali”. Sono state diverse, nel corso degli anni, le frecciatine lanciate da una all’altra azienda; basti pensare al famosissimo video in cui dei dipendenti Sony mostrano la facilità con cui si possono scambiare dei giochi PlayStation, a confronto con il macchinoso sistema proposto da Xbox.

 

Peter Moore (@Shutterstock)

Una console war alimentata dalle stesse aziende

Negli ultimi anni però il vento è cambiato, il rapporto tra le aziende è diventato più amichevole e le tensioni sono venute via via meno. E in generale, anche il clima recente è molto diverso rispetto a quello dei decenni scorsi. Il lato marketing di entrambe le aziende è diventato come quello di due persone che non si sono mai amate e addirittura odiate, ma che ormai sono stanche dell’odio e dell’astio. Basta vedere le dichiarazioni dei director o qualche tweet dei profili ufficiali che, quando capita, augurano il meglio al rispettivo rivale. Esempio: Phil Spencer che augura il meglio a Cory Barlog e a Santa Monica Studios per l’uscita di God of War Ragnarok.

Una cosa che ai tempi di Moore era impensabile. Anzi, a quei tempi la stessa console war veniva alimentata dalle aziende. Per Peter Moore il fatto che PlayStation e Xbox fossero così in forte competizione ha creato le condizioni affinché entrambe le compagnie si spingessero sempre di più per alzare l’asticella e la qualità del proprio lavoro. Risultato? Sony che nel periodo PS4 delizia il mondo con esclusive ad alto budget puntando unicamente sulla qualità, mentre dall’altra parte Xbox che punta tutto sul Game Pass.

Alla fine della fiera, la console war è una cosa buona? Si, ma…

A conti fatti, la console war, dal lato puramente aziendale, non è altro che una sana competizione che spinge le compagnie a non adagiarsi sugli allori, ma anzi, a continuare a cercare di offrire sempre un migliore servizio e prodotti di qualità. Di ciò può solo beneficiare l’utente finale, ovvero noi. I problemi sorgono quando nel fandom si vengono a creare soggetti o gruppi quasi estremisti, che cercano in maniera tossica di sottolineare la supremazia di uno schieramento rispetto all’altro. Ma questo spirito separazionista è in fondo nell’animo umano, e lo possiamo notare anche fuori dal mondo del gaming…

Comunque sia, parlare di console war nel 2022 è ormai anacronistico. Le stesse aziende hanno notato come la propria immagine migliori se si dimostrano amichevoli e aperte verso le concorrenti. Senza contare il discorso del multi-verso; in un’epoca dove i cross-over e le collaborazioni dominano il mercato, è normale cercare sempre di tenersi aperti per unire vari prodotti tra di loro. Ad aprire le strade a questo grande mash-up di IP è stato anche Fortnite, che grazie alle sue collaborazioni ha portato tantissimi grandi brand in un unico universo.

 

PlayStation 5

 

Insomma, oggigiorno è impensabile ci possa essere quella console war di 20 o 30 anni fa tra Nintendo e Atari, o tra Nintendo e Sega, o ancora tra Nintendo e Sony. “Maledetta Nintendo, ha rovinato Nintendo” direbbe Willy il giardiniere a questo punto. In conclusione, le parole di Moore non hanno fatto altro che sottolineare l’ovvio: la sana competizione aiuta. Per altri approfondimenti, continuate a seguirci Nasce, Cresce, Respawna.

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