di Enrico Tiberio Romano

Che gli antichi egizi fossero architetti ed ingegneri formidabili è fuori di dubbio. Tanto che ancora oggi si cerca di comprendere esattamente il modo in cui hanno realizzato alcune delle loro più stabilianti opere. Uno studio sulla più antica delle piramidi suggerisce l’utilizzo di una tecnica davvero rivoluzionaria per il tempo.

Un ascensore d’acqua nella Piramide di Saqqara

Le primissime piramidi, le più iconiche strutture del mondo antico erano molto diverse da quelle più recenti e famose e presentavano la forma cosiddetta “a gradoni”. Durante lo studio di quella di Saqqara, la più antica in assoluto realizzata per il faraone Djoser della terza dinastia, risalente al 2.680 a.C. gli esperti hanno scoperto che si sarebbe usato un sistema idraulico per il sollevamento dei carichi.

Un articolo pubblicato su Plos One da un gruppo di ricerca francese guidato dall’istituto di ricerca Paleotechnic di Parigi suggerisce questa soluzione che confermerebbe ancora una volta lo straordinario ingegno di questo misterioso popolo. Secondo la nuova analisi, un vicino recinto la cui funzione ad oggi rimaneva sconosciuta, sarebbe stato impiegato come una diga. Una serie di compartimenti esterni alla piramide invece dovrebbe rappresentare la testimonianza di un impianto di trattamento delle acque che poi confluivano in due pozzi.

Il fluire dell’acqua in questi due pozzi interni alla piramide, per effetto della forza di gravità e della spinta di Archimede avrebbero aiutato a sollevare un galleggiante con grandi carichi. È superfluo sottolineare come qualora tutto questo venisse confermato sarebbe fondamentale per comprendere le tecniche che gli antichi egizi utilizzavano per costruire le piramidi già quasi 5000 anni fa.

Nello studio si sottolinea anche  che potrebbero aver usato vari metodi di costruzione, come le rampe, puntando sul sollevamento idraulico dei massi quando nella regione era disponibile acqua a sufficienza. 

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