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Pio XII e il “silenzio” verso il Terzo Reich: era già a conoscenza dei campi di sterminio?

di Lorenzo Peratoner

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Uno dei più grandi vuoti sulla storia vaticana concerne il “silenzio” adottato da Papa Pio XII durante la Seconda guerra mondiale, nel momento storico in cui la barbarie nazista raggiunse il suo apice, soprattutto nei confronti degli ebrei e di molte altre minoranze perseguitate. La mancata condanna, esplicita e diretta, nei confronti del Terzo Reich ha destato infatti molteplici domande sulle sue cause. Un recente rinvenimento, tuttavia, potrebbe riscrivere in parte tutto ciò che sapevamo fino a ora.

I dettagli della lettera

La rivista “La Lettura” de il “Corriere della Sera“, sotto la voce del ricercatore e archivista Giovanni Coco, intervistato da Massimo Franco, ha pubblicato questa scottante rivelazione. La fonte storica individuata, una lettera del 14 dicembre 1942, dimostrerebbe come il Papa fosse già consapevole dell’esistenza dei forni crematori (e forse delle camere a gas?) nei campi di sterminio costruiti dai tedeschi.

Si tratterebbe di un messaggio scritto da Lothar König, un gesuita tedesco antinazista, costretto a rifugiarsi dalle grinfie della Gestapo per i suoi pensieri disallineati a quelli del regime. In questa missiva, diretta a Robert Leiber, Segretario particolare di Pio XII, si descriverebbe la presenza del forno crematorio nel lager polacco di Bełżec, nonché una menzione del campo di Auschwitz. Già da solo questo messaggio dimostrerebbe una certa conoscenza negli ambienti clericali vaticani dei crimini commessi in quei luoghi; tuttavia è probabile che il carteggio tra i due sia ben più ampio di questa sola missiva, il che potrebbe far supporre la consapevolezza di altri dettagli ancora ignoti.

Hitler e Mussolini (@Shutterstock)

La volontà di trasparenza del Vaticano

Una scoperta di questo genere, in realtà, non è casuale che sia emersa in questo periodo. Il 2 marzo 2020, infatti, il Vaticano aveva deciso di aprire a tutti i ricercatori del mondo le porte degli Archivi contenenti tutte le documentazioni relative a Papa Pacelli; già all’apertura erano emersi dei primi dettagli interessanti sull’operato degli ambienti cattolici romani, come l’aiuto offerto da monsignor Ottaviani nel concedere dei documenti falsi a degli ebrei.

Tutte queste rivelazioni, dal 2020 a oggi, saranno oggetto di un volume, intitolato: “Le «carte» di Pio XII oltre il mito. Eugenio Pacelli nelle sue carte personali. Cenni storici e inventario“. Questo libro, a cura di Giovanni Coco e in uscita in questi giorni, dovrebbe racchiudere le rivelazioni più importanti emerse finora, tra cui appunto la famosa lettera del dicembre 1942.

Questi documenti si inseriscono altresì in una situazione piuttosto complessa circa la figura di Pio XII, oggetto infatti di un lungo processo di beatificazione, che ha destato non pochi dibattiti. In ogni caso, questa lettera permetterebbe di avere una visione meno nebulosa sulle conoscenze dei crimini nazisti in ambito vaticano, ma non sui motivi del silenzio, mantenendo aperto lo spazio delle ipotesi, le quali riempiono da decenni pagine e pagine di libri di storia.

Quali cause del silenzio di Pio XII? Il pugnale con la svastica

L’inserto del Corriere della Sera, inoltre, riporterebbe l’immagine di un pugnale con incisa la svastica; Papa Giovanni XXIII, rinvenendo quest’oggetto negli appartamenti del suo predecessore (Pio XII), avrebbe chiesto delle delucidazioni alla governante suor Pascalina, la quale avrebbe sostenuto che un membro delle SS in udienza avrebbe dovuto accoltellarlo, ma, pentendosi, decise di donarlo al Santo Padre. Questa notizia, se confermata, avvalorerebbe la tesi per cui i tedeschi stessero con il fiato sul collo alle personalità vaticane, percepite come una potenziale minaccia per via della loro presa sui cattolici. Coco ha affermato:

“Abbiamo dibattuto per più di mezzo secolo su documenti e fonti indirette. Ora abbiamo quelle dirette, e altre probabilmente emergeranno. Noi ci sforziamo di renderle il più possibile accessibili a tutti, perché si capisca la stagione terribile nella quale Pio XII ha guidato la Chiesa. Deve emergere tutto, senza paure né pregiudizi. È quanto stiamo facendo negli ultimi anni qui all’Archivio”.

É probabile, quindi, che il silenzio del Papa fosse un compromesso per allontanare il pericolo nazista dal Vaticano e per evitare minacce o rappresaglie nei confronti dei cattolici; nel settembre 1943, inoltre, i tedeschi avevano occupato l’intera Italia settentrionale e centrale, tra cui anche la capitale. Ovviamente siamo sempre nel reame delle speculazioni, tuttavia il volume prossimo all’uscita potrebbe conferire una nuova interpretazione storiografica su questo tema, rispondendo a molte domande lasciate in sospeso da ormai troppi decenni.

Fonti: Corriere della Sera, ANSA

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