di Redazione NCI
Al termine di una delle partite più sentite del campionato portoghese, Porto-Sporting, c’è stata una maxi-rissa, che ha portato all’espulsione di quattro giocatori. Tra questi c’è Pepe, che sembra essere a rischio squalifica, che questa volta, potrebbe rimanere nella storia.
La dinamica dell’espulsione di Pepe
Scontro al vertice della Liga Portoghese che non si conclude nel migliore dei modi. Il match finisce 2-2, ma non sono tanto i gol che ci interessano questa volta; infatti, il punto principale sono le espulsioni fioccate durante e dopo il match.
A fine gara, infatti, sono cinque gli espulsi: Tabata e Palhinha, più Coates, espulso per doppio giallo durante il corso del match per lo Sporting; mentre invece “solo” Marchesin e Pepe per il Porto. Stando a quanto riporta Record, il verbale di João Pinheiro, arbitro del match, dice che proprio Pepe, avrebbe scagliato un calcio nei confronti del direttore sportivo avversario Hugo Viana. Potete trovare qui il video dell’accaduto.
Cosa dice il regolamento
Il gesto di Pepe è chiaramente di natura violenta, e l’articolo 145 del Regolamento Disciplinare della Lega portoghese condanna questo tipo di comportamenti. Infatti, recita che: “Si applicano sanzioni in caso di aggressioni commesse da giocatori nei confronti di componenti degli organi della struttura sportiva, elementi della squadra arbitrale, osservatori, delegati della Liga Portogallo, dirigenti o delegati al gioco di altri club, agenti delle forze dell’ordine e allenatori”.
Se la commissione dovesse considerare quest’atto un’aggressione, potrebbe ricorrere a quest’articolo e sospendere Pepe dai 2 mesi ai 2 anni.
Porto (@Shutter Stock)
Ma non è finita qui: il gesto di Pepe durante il primo tempo
Durante il corso del primo tempo, al minuto 44, è stato lanciato dagli spalti un oggetto inizialmente non identificato, ma che poi, secondo A Bola, quotidiano sportivo portoghese, sarebbe stato identificato come un proiettile. Pepe, che ha visto l’oggetto cadere sul campo di gioco, ha deciso di prenderlo, e invece di segnalarlo al direttore di gara, come avrebbe dovuto fare, di intascarselo senza proferire parola.
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Di Francesco Riccelli
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